25 agosto 2019

25 Agosto 2019

Non tutti vi entrano

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,22-30)
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Il commento

Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno” (13,24). I giudei pensavano di essere gli unici eredi della promessa, avevano dimenticato che Abramo è chiamato ad essere primizia di una benedizione che giunge a tutte le famiglie della terra (Gen 12,3). Nel solco di questa prospettiva, che coinvolge ogni uomo e tutta l’umanità, Gesù mette in crisi ogni presunzione: “vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori” (13,28). Il Nazareno annuncia che la porta del Regno è aperta a tutti gli uomini ma, di fatto, potranno entrare solo quelli che s’impegnano a passare attraverso la porta stretta. Non ci sono discriminazioni ma neppure automatismi: annunciare che la salvezza è aperta a tutti non significa dire che tutti vi entrano. Ogni dono di Dio è affidato alla libertà dell’uomo e alla sua responsabile scelta. Dio offre e attende; propone ma non impone; fa intravedere la strada ma non costringe nessuno a camminare su di essa. Il dono di Dio deve essere riconosciuto e accolto. Il rimprovero che Gesù rivolge ai giudei, vale anche per noi. È salutare sapere che anche noi possiamo correre invano e ritrovarci un giorno fuori da quella porta che introduce nel  banchetto della vita. Il verbo iniziale [agonízomai] chiede di prendere sul serio l’appello di Dio e di darsi da fare con tutte le forze. Senza sconti: “Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato”, leggiamo nella Lettera agli Ebrei (12,4). La porta stretta fa pensare ad una vita in cui non c’è spazio per il capriccio e la vanità, per la comodità e l’interesse egoistico. Una vita in cui la ricerca del benessere individuale viene sostituita dall’amore serio e responsabile nei confronti del prossimo. Una vita in cui non fuggiamo dinanzi alla croce né la carichiamo sulle spalle degli altri, al contrario ci impegniamo a condividere la fatica di quanti lottano e soffrono. Consapevoli della posta in gioco, oggi chiediamo la grazia di stare dalla parte di Dio per ritrovarci un giorno nella sua casa.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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