Tre step per parlare di sessualità ai figli…

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In un’epoca di grande disorientamento culturale una risposta chiara arriva dal recente Documento della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Come tradurre tutto questo in chiave genitoriale? Ecco la mia proposta.

Avevo 17 anni quando ho scoperto il valore della mia femminilità. Ricordo bene di essermi sentita preziosa e importante agli occhi di Dio e, da quel momento, ho dato un senso alla ricerca sessuale dell’altro. Non si trattava più solo dell’espletamento di un bisogno, della risposta fisica al desiderio. Era una terra sacra, la terra della verità. Devo molto della mia formazione sessuale alla “Teologia del corpo” di San Giovanni Paolo II. Trovare nel mio corpo le ragioni dell’amore e della ricerca dell’altro, scoprire nella sessualità la via per esprimere me stessa e, nel suo esercizio, la manifestazione della mia personalità umana e affettiva, è stato di fondamentale importanza.

Ho ricevuto purtroppo solo a 17 anni questa consapevolezza, grazie alla presenza, nell’ufficio di Pastorale Familiare della mia Diocesi, di una insegnante dei Metodi naturali e grazie all’intuizione del direttore della Pastorale Familiare che mi invitò prima a diventare io stessa insegnante dei Metodi e poi ad approfondire gli studi su Matrimonio e Famiglia. Quale grazia aver avuto educatori e testimoni che mi hanno aiutato a dare una configurazione esaltante, gioiosa e fervida alla mia vita!

Il mio riferimento è stato da quel momento il testo che raccoglie 95 brevi catechesi, fatte da San Giovanni Paolo II durante le Udienze del mercoledì dal 1979 al 1984. Qui il papa della famiglia come mi piace ricordarlo, affronta il tema della ricostruzione di una antropologia adeguata ottenuta, soprattutto, attraverso la riflessione sulla corporeità, che rappresenta la base e il fondamento unico per risolvere molti problemi coniugali e familiari. Con queste catechesi Giovanni Paolo II ha voluto dire all’uomo, a ogni uomo, chi è. Ha voluto mostrargli la verità intera sul suo essere alla luce del mistero della Creazione e della Redenzione.

Siamo nel 1985 e il testo fu pubblicato con il titolo “Uomo e donna lo creò. Catechesi dell’amore umano”. Questo libro, che per alcuni studiosi ed esperti rappresenta il riferimento autorevole dello sviluppo della “Teologia del corpo”, oggi più che mai è attuale in termini di fondamenti etici e valoriali. L’assenza di una lettura antropologica della sessualità o una sua incerta e equivoca trasmissione, talvolta anche in taluni ambienti ecclesiali, può ritenersi alla base dello spaventoso disorientamento e all’origine del ritardo e del disagio dei genitori cristiani ad offrire ai propri figli una armoniosa e libera educazione alla sessualità. Penso all’ideologia gender, che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna e prospetta una società senza differenze di sesso, svuotando così la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. “L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo”. Questa lettura della realtà e in particolare questa ultima affermazione, è una citazione di papa Francesco in Amoris Laetitia e credo meriti un momento di attenzione. Cari genitori l’identità umana può mai essere un’opzione individualistica o addirittura mutevole? Come educare i nostri figli in un mondo così disorientato?

La risposta ci arriva dal recente documento della Congregazione per l’Educazione Cattolica, che vi invito a leggere perché può essere fonte di ispirazione e certamente ha il vantaggio di proporre con chiarezza le questioni in gioco e di far vedere le possibili risposte. Il Documento invita tutti gli educatori, i genitori, gli insegnanti a seguire un approccio dialogico e propone di ripercorrere la storia, di accogliere le esigenze delle persone, di focalizzare i punti di incontro ragionevoli e di proporre la visione antropologica cristiana.

Leggi il Documento della Congregazione per l’Educazione Cattolica: “Maschio e femmina lo creò, per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione” http://www.educatio.va/content/dam/cec/Documenti/19_0996_ITA.pdf

Tre sono i verbi intorno a cui si articola la riflessione propostaci dalla Congregazione: ascoltare, ragionare e proporre. A partire dal Documento ecco la mia proposta per i genitori, una strategia da seguire per affrontare “con metodo” le questioni oggi più dibattute sulla sessualità umana, alla luce del più ampio orizzonte dell’educazione all’amore. 

Anzitutto i genitori devono:

  • Capire il contesto culturale in cui i figli si trovano immersi e da cui evidentemente provengono le loro eventuali difficoltà nei confronti della sessualità.
  • Proporre ai figli la differenza sessuale come un valore a partire dalla centralità del corpo come elemento integrante dell’identità personale e dei rapporti familiari. In altre parole, bisogna proporre loro un modello educativo che ha stima del valore della differenza sessuale e non la nega.  
  • Il passo successivo sarà confermare i figli nella antropologia cristiana e cioè aiutarli a riconoscere in se stessi “il maschio e la femmina” che Dio ha creato come riflesso della Sua immagine.
  • Essere promotori di un dialogo scuola-famiglia, così da organizzare “percorsi di educazione all’affettività e alla sessualità finalizzati al rispetto del corpo altrui”, per accompagnare i ragazzi in maniera sana e responsabile.

Non abbiate paura di usare parole antiche. Se le vostre parole saranno sostenute dalla testimonianza, argomentate in maniera sapiente e ragionevole e comunicate con autorevolezza e convinzione allora i figli riceveranno quanto essenziale e necessario per fare le loro personali scelte. Fate la vostra parte come genitori senza abdicare, senza dare ad altri il compito di parlare di questi temi con i vostri figli. Loro non sono alla ricerca di informazioni, vogliono contenuti d’amore e a queste domande solo voi, cari genitori, potete rispondere.




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Giovanna Pauciulo

Sposa e madre di tre figli, insieme al marito Giuseppe è referente della Pastorale Familiare per la Campania, ha conseguito il Master in Scienze del Matrimonio e della Famiglia presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II. Conduce su Radio Maria la trasmissione “Diventare genitori. Crescere assieme ai figli”. Collabora con Punto Famiglia su temi riguardanti la genitorialità e l’educazione alla fede dei figli. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018).

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