10 febbraio 2020

10 Febbraio 2020

Uno spazio consacrato

di don Silvio Longobardi – s.longobardi@puntofamiglia.net

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,53-56)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.

Il commento

Compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono” (6,53). La narrazione evangelica offre un’immagine dinamica di Gesù, lo presenta in cammino mentre si sposta da un luogo all’altro. Non è spinto dall’ambizione di conquistare qualcosa ma dal desiderio di incontrare l’umanità, per questo si lascia raggiungere e toccare dalla gente. Non vuole possedere; al contrario, si pone a disposizione di tutti. È una bella immagine della Chiesa, dinamicamente immersa nella storia con l’unico desiderio di offrire ad ogni uomo il pane di cui ha bisogno. Il movimento di Gesù determina quello della folla: “là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze…” (6,56). Queste parole non si riferiscono ad un episodio specifico ma annunciano il modus vivendi del Signore. Dove arriva Gesù, arriva anche la gente, perché tutti lo cercano. L’evangelista usa un verbo [peritréchō] che contiene l’idea della fretta: “accorrendo da tutta quella regione” (6,55). Questa premura nasce dalla fede, esprime il desiderio di incontrare Colui che può dare una risposta al male che appesantisce la vita. Apparentemente è una folla anonima e senza volto. In realtà il Nazareno conosce tutti e intuisce la sofferenza che ciascuno porta nel cuore.

Questa scena offre a tutti una salutare provocazione. Come sarebbe bello se ciascuno di noi portasse nel cuore questo desiderio quando ci alziamo al mattino, quando andiamo a lavoro, quando ci mettiamo in preghiera, quando ci rechiamo a Messa, quando entriamo nelle case della gente… A volte, lo dico sottovoce, la sazietà prende il posto del desiderio: non andiamo a Messa con la speranza di ricevere vita, la preghiera perde i contorni della gioia e diventa un dovere. La gente accorre dove Dio manifesta la sua santità. La Chiesa è la dimora di Dio, il luogo in cui l’umanità può incontrare il Santo, Colui che è vita e dona la vita. Oggi chiediamo la grazia di fare della nostra vita uno spazio consacrato a Dio, un segno che ricorda a tutti quel Dio che si è fatto uomo per restituire all’uomo la sua intangibile dignità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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