26 novembre 2020

26 Novembre 2020

Uomini liberi

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,20-28)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

Il commento

Lc 21, 20-28 – “Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina” (21,28). Il Vangelo oggi ci consegna un annuncio di speranza: quando verrà il Signore ritroveremo la vera libertà. Il vocabolo greco [apolýtrosis] indica colui che viene liberato grazie al riscatto. Anche se non lo sappiamo, siamo prigionieri. Prigionieri della nostra fragilità e della paura, del peccato e delle delusioni. Dentro di noi e attorno a noi ci sono gabbie invisibili che ci impediscono di essere liberi. Solo Cristo può restituirci la nostra dignità. Il brano lucano annuncia che tutto questo accadrà nel giorno in cui tutti “vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria” (21,27). In realtà, nel giorno ultimo risplenderà in piena luce quello che avviene fin d’ora. La gloria è solo la manifestazione, piena e senza più ombre, di quella luce che oggi illumina la storia umana. Quello che il Vangelo annuncia come il dono ultimo e definitivo, si realizza fin d’ora se riconosciamo accogliamo Gesù come Maestro e Signore. Siamo liberi nella misura in cui ci sottomettiamo alla sua autorità. È questo l’annuncio paradossale di Paolo: “Liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia” (Rm 6,18). È questa la fede di san Giovanni Paolo II: “La potestà assoluta e pure dolce e soave del Signore risponde a tutto il profondo dell’uomo, alle sue più elevate aspirazioni di intelletto, di volontà, di cuore. Essa non parla con un linguaggio di forza, ma si esprime nella carità e nella verità” (22 ottobre 1978). Il Regno di Dio è come un seme gettato nella terra, è già presente nella storia, anche se nella forma dell’umana fragilità. Chi crede riconosce e accoglie Gesù come Colui che ha già vinto e attende con ferma speranza il suo ritorno nella gloria. L’attesa diventa preghiera:

Vieni, Signore Gesù!
Vieni nella fatica dei giorni,
vieni quando tutto si oscura,
vieni quando l’amarezza ci opprime,
vieni quando la paura ci assale,
vieni quando ci sentiamo impotenti dinanzi al male,
vieni quando non sappiamo comprendere
le parole che Tu semini nella storia.
Vieni Signore Gesù.
Oggi e sempre.
Amen”.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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