28 gennaio 2021

28 Gennaio 2021

Ogni possibile mezzo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4,21-25)
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Il commento

Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio?” (4,21). Il verbo venire è applicato alla lampada. Un accostamento piuttosto strano. Evidentemente egli fa riferimento al venire di Dio nella storia umana. È Lui la luce che risplende. Nessuno può soffocare o spegnere la luce (Gv 1,5); ma è possibile nasconderla sotto il moggio, cioè impedire che faccia luce. Ancora una volta appare l’umile immagine di un Dio che non s’impone a tutti i costi ma si consegna alla libertà dei suoi figli. Questa parola è rivolta ai discepoli: quanti hanno ricevuto la fede, hanno la grave responsabilità non solo di accogliere la luce ma anche di metterla sopra il candelabro in modo che tutti possa esserne illuminati (4,21).

Questa parabola invita a non sciupare la grazia. Ci sono due livelli da considerare: la testimonianza personale e l’impegno ministeriale. Nella nostra vita spesso e volentieri la luce divina è mischiata alle ombre della fragilità e, non raramente, rischia di restare del tutto nascosta. Malgrado la buona volontà, la vita non sempre conferma le parole che diciamo con le labbra. Ma l’insegnamento evangelico non si ferma a questa considerazione. Offre un’altra provocazione, ci chiede di verificare cosa facciamo perché quel Vangelo, che abbiamo ricevuto e accolto con fede, possa essere chiaramente manifestato a tutti. Non si tratta di una remota possibilità ma di un vero e proprio comando che Gesù consegna ai discepoli: “Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce” (4,22). L’immagine del candelabro, posto nel luogo più alto della casa, invita a cercare ogni possibile mezzo per far risuonare la Parola di Dio. Fare tutto il possibile significa mettere il tempo e le risorse a servizio del Vangelo. In questo tempo di confinamento, che ha generato in tante persone paure difficili da gestire, ha dato ad altri il coraggio di cercare vie  nuove, ha affinato la capacità di usare il web come spazio di annuncio. Chi ha fede non si arrende ma fa di ogni evento un’occasione di grazia. È quello che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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