8 giugno 2021

8 Giugno 2021

Non rinunciamo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Il commento

Voi siete il sale della terra” (5,13). Nell’antichità il sale veniva utilizzato non tanto per condire il cibo quanto per preservare gli alimenti. L’immagine evangelica può dunque essere interpretata in questo senso: il sale allunga la vita, sfida il tempo, impedisce alle cose di deteriorarsi. Essere sale della terra vuol dire che la Chiesa ha il compito di custodire la vita e la verità, evitando che la sostanza delle cose venga alterata e danneggiata. Un compito essenziale, decisivo e insostituibile. Se vogliamo rispondere a questa vocazione, come singoli e comunità, dobbiamo acquisire e testimoniare uno stile diverso da quello in uso nel mondo. È bene perciò verificare se il nostro modo di pensare e di agire corrisponde al Vangelo o segue le mode culturali. Con sorpresa e preoccupazione osservo che in alcuni settori della Chiesa, invece di prendere le distanze dalla mentalità corrente, ci si affretta a sposare la logica del mondo. Manca il coraggio di dire e fare cose diverse rispetto a quella cultura che deforma il volto e il cuore dell’uomo. Questo modo di fare evita i contrasti con gli uomini ma ci entrare in conflitto con la verità di Dio. Nel Vaticano II leggiamo che i presbiteri “non potrebbero essere ministri di Cristo se non fossero testimoni e dispensatori di una vita diversa da quella terrena” (Presbyterorum ordinis, 3). Questo criterio vale per tutti.

Essere sale significa camminare nelle vie del Vangelo con quella semplicità e quella radicalità che affascina e coinvolge. Ma dobbiamo sapere fin dall’inizio che non troveremo accoglienza. Nella Lettera a Diogneto (III secolo) si afferma che i cristiani sono come l’anima nel corpo ma subito dopo leggiamo: “La carne, anche se non ha ricevuto alcuna ingiuria, si accanisce con odio e fa la guerra all’anima, perché questa non le permette di godere dei piaceri sensuali; allo stesso modo anche il mondo odia i cristiani pur non avendo ricevuto nessuna ingiuria, per il solo motivo che questi sono contrari ai piaceri”. Nella misura in cui noi saremo veramente differenti incontreremo una dura opposizione. Lo sappiamo e ci prepariamo ma non rinunciamo alla nostra identità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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