Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

10 Aprile 2024

L’amore di Dio vince ogni paura

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,16-21)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Il commento

… perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (3,16). L’amore fedele di Dio contiene un’intrinseca fecondità, è un amore che genera vita. La vita eterna non è quella che riceviamo quando i giorni dell’esistenza saranno consumati ma quella che accompagna fin d’ora il nostro cammino. L’aggettivo indica una vita che supera i limiti della condizione umana. Siamo stati creati ad immagine di Dio, in noi già scorre la vita divina. in Cristo Gesù, riceviamo fin d’ora una vita nuova, una vita piena. Chi riceve questa vita, riceve l’amore che vince ogni paura, in primo luogo vince la paura di non essere amati e di non saper amare. Quante volte questa paura determina chiusure immotivate e impedisce all’amore di svilupparsi in tutta la sua bellezza. Chi riceve la vita di Dio riceve anche la grazia di amare in modo nuovo, fino a dare la vita. Solo così diventiamo sorgente di vita.

“Amare è donare tutto, donare se stessi”: scrive Teresa di Lisieux. Una formula che sintetizza assai bene il Vangelo che oggi meditiamo. Se “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio” (3,16), la missione fondamentale della Chiesa, è quello di manifestare l’amore. Non un amore qualsiasi, ma quello di Dio. Non un amore che si riduce al sentimento fuggevole ed egocentrico di chi cerca solo se stesso. Se Dio salva l’umanità attraverso l’amore della croce, a noi viene chiesto di amare fino alla croce. Un amore come questo diviene accoglienza, tenerezza, perdono…. Non ci viene chiesto di salvare il mondo, Dio lo ha già fatto. Siamo chiamati ad amare. Non è in nostro potere convertire l’umanità. Possiamo solo amare il prossimo. Non abbiamo il potere di allontanare le tenebre ma possiamo tenere accesa la luce. Non siamo capaci di vincere il male ma possiamo seminare il bene. Può sembrare poco, a volte abbiamo l’impressione che, malgrado l’impegno più generoso, non siamo capaci di spostare l’orologio della storia. Non lasciamoci ingannare. Ogni gesto di amore è seme fecondo ed è una parola che resta per sempre.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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