Carnevale

Ratzinger e l’allegria del Carnevale: non è festa religiosa, ma si può vivere come cristiani

“Noi cristiani non lottiamo contro, ma a favore dell’allegria”. Sono parole del cardinale Ratzinger, futuro papa Benedetto XVI. La Chiesa, spiegava, ha operato un’azione di pulizia di quegli elementi pagani non accettabili per un cristiano. Così, se il Carnevale non è difatti una festa religiosa, non è neppure sbagliato vederlo come un’occasione per divertirsi e come il tempo di leggerezza che precede l’inizio della Penitenza.

In questi giorni di Carnevale i bambini si mascherano e con loro, a volte, genitori e insegnanti. Sfilano i carri, le pasticcerie sfornano tipici dolci legati a questa ricorrenza. E il cristiano, come si pone di fronte al Carnevale? Era il 1974 quando il cardinale Ratzinger rifletteva sul Carnevale, spiegando che il cristiano non combatte l’allegria.  

“In merito al Carnevale non siamo forse un po’ schizofrenici? – si domandava – Da una parte diciamo molto volentieri che il carnevale ha diritto di cittadinanza proprio in terra cattolica, dall’altra poi evitiamo di considerarlo spiritualmente e teologicamente. Fa dunque parte di quelle cose che cristianamente non si possono accettare, ma che umanamente non si possono impedire? Allora sarebbe lecito chiedersi: in che senso il cristianesimo è veramente umano?”. 

Queste parole Ratzinger le pronunciava quando ancora era lontana la chiamata al soglio di Pietro (Queriniana, Brescia 1974).

Per lui, il periodo che precede la Quaresima non va solo tollerato, bensì capito e vissuto cristianamente, sebbene non si tratti di una festa religiosa. È bene riflettere sul significato dell’allegria e del saper fare festa.

 
Sebbene l’origine del carnevale – lo sapeva bene Ratzinger – sia senza dubbio pagana, successivamente “Il carnevale fu messo in relazione con il Mercoledì delle Ceneri, come tempo di allegria prima del tempo della penitenza, come tempo di una serena autoironia che dice allegramente la verità che può essere molto strettamente congiunta con quella del predicatore della penitenza. In tal modo il carnevale, una volta sdemonizzato, nella linea del predicatore veterotestamentario può insegnarci: ‘C’è un tempo per piangere e un tempo per ridere…’ (Qo 3,4)”.

Leggi anche: “Se la tua mano ti è di scandalo, tagliala”: appunti per la vita familiare –


Premesso questo, Ratzinger aggiungeva: “Anche per il cristiano non è sempre allo stesso modo tempo di penitenza. C’è anche un tempo per ridere”. 

La Chiesa ha dovuto operare un’azione di pulizia da quegli elementi pagani del Carnevale che non erano compatibili con la fede cristiana. Secondo Ratzinger il cristianesimo “ha distrutto le maschere demoniache, facendo scoppiare un riso schietto e aperto”. Inoltre “sappiamo tutti quanto il carnevale sia oggi non raramente lontano da questo clima e in qualche misura sia diventato un affare che sfrutta la tentabilità dell’uomo. – ammetteva l’allora cardinale, futuro papa – Regista è mammona e i suoi alleati. Per questo noi cristiani non lottiamo contro, ma a favore dell’allegria. La lotta contro i demoni e il rallegrarsi con chi è lieto sono strettamente uniti: il cristiano non deve essere schizofrenico, perché la fede cristiana è veramente umana”.

E se “Il carnevale non è certo una festa religiosa”, tuttavia “non è concepibile senza il calendario delle festività liturgiche. Perciò, una riflessione sulla sua origine e sul suo significato può essere utile anche per capire la fede. Le radici del carnevale sono molteplici: ebree, pagane, cristiane. Nel calendario delle festività ebraiche ad esso corrisponde all’incirca la festa dei Purim, che ricorda la salvezza di Israele dall’incombente persecuzione degli ebrei nel regno di Persia. La gioia scatenata con cui la festa viene celebrata vuol essere espressione del senso di liberazione che, in questo giorno, non è solo memoria, ma promessa: chi è nelle mani del Dio di Israele, è libero in partenza dalle insidie dei suoi nemici”.

E così “la maschera demoniaca si trasforma, nel mondo cristiano, in una divertente mascherata, la lotta pericolosissima con i demoni si cambia in gaudio prima della gravità della Quaresima. In questa mascherata avviene ciò che riscontriamo spesso nei salmi e nei profeti: essa diviene scherno di quegli dèi, che chi conosce il vero Dio non deve più temere”.

Dunque, non dobbiamo temere il Carnevale, a patto che sia vissuto con sobrietà, senza evocare realtà incompatibili con la nostra fede, nel rispetto del corpo e dell’ambiente che ci circonda.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.