Affido

Adozione “nell’interesse degli adulti”

By Francesco Gasparetti from Senigallia, Italy (Flickr) [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons

Oggi in Senato si discuterà un importante disegno di modifica della legge sull'affido e l'adozione. La deriva è che il testo presentato oggi prevede che possa diventare genitore adottivo qualunque affidatario, anche se single, omosessuale o anziano.

Il testo originario, presentato oltre un anno fa in Commissione Giustizia, punta a rafforzare la tutela della continuità degli affetti dei minorenni in affido, favorendo il mantenimento dei rapporti tra gli affidatari e il minorenne anche al termine dell’affido stesso. In questa cornice il Disegno di Legge affronta il delicato tema della possibilità di adozione del minore da parte degli affidatari, nei casi in cui durante un prolungato e significativo periodo di affido il minorenne divenga adottabile. Nella versione discussa in Commissione e approvata all’unanimità nel novembre 2014, si prevedeva – condivisibilmente – di restringere tale possibilità ai soli affidatari che fossero in possesso dei requisiti per l’adozione previsti dall’art. 6 della legge 184/83, e cioè l’essere coniugati e l’avere una età congrua.

A sorpresa, invece, in questo week-end si è appreso che il testo che sarà presentato in Senato propone che possa divenire genitore adottivo del minorenne, qualunque affidatario, anche se privo dei requisiti di idoneità per l’adozione (e cioè persone anziane, o single, o coppie separate, o di fatto, o omosessuali). Le modalità, repentine e sotterranee, di questa “variazione”, inducono a pensare che vi fosse già da tempo una precisa strategia di certe lobbies antifamiglia, che incuranti dell’effettivo interesse dei minorenni bisognosi di essere adottati da una famiglia, e con la già nota “tecnica” di estremizzare talune situazioni limite (per rispondere alle quali, è utile ricordare, esistono già le possibilità eccezionali delle cd. “adozioni in casi particolari” previste dalla stessa legge 184/83 all’art. 44), intendono creare una “via surrettizia” per permettere l’adozione a quelle persone che non riuscendovi per le vie ordinarie (in quanto prive dei requisiti di idoneità) potrebbero raggiungere il proprio obiettivo “passando” per un affido poi trasformato in adozione. Con grave detrimento per la tutela dei minori adottabili, che riceverebbero livelli di garanzia inferiori a quelli sanciti dalla medesima legge 184/83. Ed alterando gravemente le finalità dell’affido stesso, che volge a favorire il rapporto e il rientro del minore nella sua famiglia, e non già a fare da anticamera all’adozione per coloro che ne sono esclusi perché non idonei.

Sul tema il 12 febbraio scorso già s’era espresso il Tavolo Nazionale Affido, con una Nota di elogio della precedente versione (quella “buona”) affermando che «Il passaggio dall’essere famiglia affidataria di un minorenne al divenirne famiglia adottiva, tema assai rilevante e complesso, si ritiene adeguatamente circoscritto ai soli casi in cui gli affidatari siano in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 6 della legge 184/83 (l’essere coniugati e il dimostrare la stabilità del rapporto di coppia, il possedere una certa differenza di età con il minorenne) il che evita improprie derive verso l’adozione di minorenni da parte di persone single o anziane». A quanto pare il monito del Tavolo aveva del profetico. Se passasse la proposta attuale, registreremmo una ennesima deriva di un sistema sempre più centrato sugli interessi degli adulti che su quelli, solo formalmente “preminenti”, dei bambini e dei ragazzi.

La redazione

 




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1 risposta su “Adozione “nell’interesse degli adulti””

E’ una vergogna anche solo discutere questa modifica della legge sull’affido. Purtroppo in Italia la politica è impegnata a fare solo i propri interessi. Comunque penso che l’associazione Progetto Famiglia insieme ad altre associazioni che si occupano di affido devono con forza contrastare questa modifica.

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