Tempo di Pasqua in famiglia

27 Maggio 2017

27 Maggio 2017

Pregare come figli

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,23-28)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

Il commento

Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà” (16,23b). Nella luce della Pasqua la preghiera diventa un colloquio confidenziale, la coscienza di essere figli ci permette di bussare con fiducia alla porta di Dio sapendo di incontrare un Padre che sempre ci ascolta ed è pronto ad esaudire le richieste dei suoi figli. La Pasqua ci fa sperimentare la tenerezza di Dio. La sua amorevolezza tuttavia non si traduce in un’accoglienza indiscriminata delle nostre domande. Un buon Padre non si comporta così. Tante volte chiediamo cose che non sono necessarie e/o non corrispondono al nostro vero bene. Per questo Gesù ci invita a pregare nel suo nome, cioè come ha fatto Lui, il Figlio unigenito. Il Maestro ci chiede di pregare come figli che null’altro cercano se non il compimento fedele della volontà del Padre. Tutti sono bravi a chiedere quello che piace. I santi, invece, ci insegnano che la preghiera più bella è quella di domandare ogni giorno la grazia di cercare e fare la volontà di Dio. Santa Zelia aveva l’abitudine di scrivere: “sia fatta la volontà di Dio!” (LF 80) perché sapeva che in ogni evento ci sono grazie nascoste. Nella poesia Gesù ricorda (1895) Teresa prega così: “Ricorda che il voler tuo santo / è mio riposo gioia unica. / Mi cedo e dormo fiducioso / in braccio a te, Salvatore mio. / Se tu poi dormi ed infuria la tempesta, / restar voglio in una profonda pace. / Ma durante il tuo sonno, / o Gesù, al risveglio / preparami!” (P 24,32).

Oggi invochiamo con fede lo Spirito Santo e chiediamo il dono della fiducia filiale per imparare a bussare ogni giorno alla porta della Provvidenza. Ma domandiamo anche, e soprattutto, la docilità del cuore per imparare a leggere ogni evento nella luce di Dio, anche e soprattutto quello che ci fa soffrire. E chiediamo infine la grazia di accogliere la Parola del Vangelo che purifica lo sguardo e allarga l’orizzonte. Solo così possiamo imparare a chiedere ciò che piace a Dio e ci fa diventare sempre più suoi figli.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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