21 luglio 2017

21 Luglio 2017

In giorno di sabato

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12, 1-8)
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Il commento

Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato” (12,2). Non c’è dubbio: spinti dalla fame, i discepoli non hanno osservato fedelmente il precetto sabbatico. I farisei, sempre pronti a giudicare, fanno notare a Gesù questa mancanza, in questo modo non solo rimproverano i discepoli ma anche il Maestro che non ha saputo istruirli. Implicitamente chiedono a Gesù di condannare quello che ai loro occhi appare un evidente abuso. Non hanno tutti i torti. Lo Shabbat è giorno diverso da tutti gli altri, quello in cui l’ebreo è chiamato a fermare ogni attività per riconoscere che l’Onnipotente viene prima ed è al di sopra di ogni altra cosa. Se non fosse un precetto divino, diremmo che si tratta di una geniale invenzione. In giorno di sabato l’uomo che vive faccia a terra, immerso nei problemi materiali della vita, alza lo sguardo al Cielo e proclama ad alta voce che Dio solo è degno di onore e di gloria.

Tutto questo è vero ma … non è Dio che ha creato l’uomo a sua immagine? Non è Lui che lo ha coronato di gloria e di onore (Sal 8)? Non è Lui che si prende cura di tutti e di ciascuno come fa un’aquila con la sua nidiata (Dt 32,11)? Se è così, ogni volta che manifestiamo l’amore per l’uomo, noi rendiamo gloria di Dio. E ogni volta che calpestiamo la dignità dell’uomo, bestemmiamo il nome di Dio. Gesù non intende cambiare la Legge ma invita a dare un’interpretazione che dimentichi le necessità dell’uomo, in questo caso anche quelle strettamente materiali. Non è facile custodire quest’equilibrio, come cioè rendere gloria a Dio senza trascurare le esigenze degli uomini e come soccorrere l’uomo e rispondere alle sue necessità senza per questo ignorare o addirittura oltraggiare la verità di Dio. È questa forse la più grande sfida che la Chiesa oggi deve affrontare. Gesù non giustifica i discepoli ma fa notare agli intransigenti custodi della Legge che anche nella Scrittura troviamo situazioni in cui per necessità materiali o cultuali non è possibile osservare scrupolosamente il riposo sabatico. “La gloria di Dio, diceva sant’Ireneo, è l’uomo vivente”.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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