22 luglio 2017

22 Luglio 2017

Basta una sola parola

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,1.11-18)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Il commento

Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva” (20,11). Il pianto di Maria è l’icona di un’umanità che si ferma, impietrita, dinanzi alla morte. Il sepolcro vuoto non ha aperto le porte della speranza anzi ha accentuato il senso di smarrimento. Maria resta lì e non sa perché. Attende qualcosa o forse cerca Qualcuno. È questa la premessa dell’incontro. Chi è sazio resta solo con se stesso; e chi invece sente la fame, chi non si accontenta delle risposte di una ragione arida, chi ha il coraggio di piangere e di gridare … riceve la luce. Il passaggio decisivo è narrato con un’espressione significativa: “si voltò [estráphē] indietro e vide Gesù” (20,14). Il verbo stréphō letteralmente significa voltarsi indietro, per questo talvolta viene usato per indicare il cambiamento interiore (Mt 18,3; Lc 22,61; Gv 12,40). Convertirsi significa avere il coraggio di tornare indietro, cioè di cambiare strada. Questo verbo ricorda che il cammino che conduce alla fede passa attraverso una reale e sincera disponibilità di conversione. Se non siamo pronti a modificare il modo di pensare e di agire, la fede resta qualcosa di evanescente, una dottrina arida o una devozione cieca. Maria si volta e vede Gesù che stava lì “in piedi”, segno della resurrezione. Ma lei ancora non lo riconosce, si rivolge a lui come se fosse un estraneo. C’è ancora un altro passo da fare. Solo quando Gesù la chiama per nome, solo quando risuona la parola dell’intimità, solo allora cade il velo e Maria comprende di stare alla presenza del Signore. Solo allora risuona il grido della fede: “Rabbunì!” (20,16). Questo grido è preceduto da un gesto: “si voltò” [strapheîsa]: troviamo nuovamente il verbo stréphō, come per ricordare che la conversione richiede molti passi prima di arrivare alla meta. Basta una sola parola per aprire il cuore. Nella Messa, prima di accostarci alla Mensa, diciamo: “Dì soltanto una parola ed io sarò salvato”. Rinnoviamo anche oggi questa fede e poi andiamo a ricevere il bacio dell’amore, segno e primizia dell’incontro definitivo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.