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Scuola: ancora troppi supplenti e pochi docenti. È emergenza per il sostegno dei disabili

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a cura della Redazione

Delle 52mila assunzioni annunciate quest’estate, ne sono state effettivamente formalizzate circa 30mila, mentre per quanto riguarda il sostegno dei disabili la situazione è di vera e propria emergenza.

In questa settimana la Scuola riaprirà per 7,8 milioni di studenti italiani, ma i problemi legati al mondo dell’istruzione non sono ancora risolti. Sono infatti circa 22mila le cattedre rimaste vuote, soprattutto al Centro Nord; delle 52mila assunzioni annunciate quest’estate, ne sono state effettivamente formalizzate circa 30mila.  Ma il problema maggiore riguarda il sostegno ai disabili.

Dal Miur fanno, infatti, sapere che sono almeno 10mila i posti non coperti e le ragioni sono sostanzialmente due: la carenza di insegnanti specialisti e il fatto che in tanti con la doppia abilitazione per il sostegno e per il posto comune preferiscono optare per il secondo. Per far fronte alla situazione, che riguarda da vicino il diritto allo studio di migliaia di alunni disabili, sono circa 9mila gli insegnanti in formazione che saranno prossimamente assegnati alle scuole.

Altro nodo da sciogliere è la questione ‘vaccini’, problematica rispetto alla quale la Scuola sembra essere impreparata. “Di colpo – sottolinea Ezio Delfino, presidente dell’associazione dei presidi Disal – è stata scaricata sulle segreterie una notevole mole di lavoro, in un momento, tra l’altro, molto delicato, come l’avvio di un nuovo anno scolastico”. Difficoltà confermate anche dall’Associazione nazionale presidi che “ritiene inaccettabile scaricare sulle segreterie scolastiche il peso delle pressanti richieste di informazioni da parte delle famiglie e l’onere del controllo della regolarità della situazione vaccinale di ogni studente da 0 a 16 anni. L’organico degli assistenti amministrativi – prosegue la nota dell’Anp – già nettamente insufficiente rispetto alla numerosità e alla delicatezza delle procedure di inizio anno e sistematicamente decimato da recenti interventi di programmazione finanziaria, non può essere ulteriormente gravato”.

Proprio il lavoro dei presidi sarà al centro di un vertice al Ministero convocato per giovedì 14 settembre. All’ordine del giorno anche il tema della perequazione degli stipendi dei presidi nettamente al di sotto di quello degli altri dirigenti della pubblica amministrazione.




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