17 settembre 2017

17 Settembre 2017

La veste dei figli

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,21-35)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Il commento

Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito” (18,27). Con un linguaggio efficace la parabola imprime nella mente dei discepoli il valore del perdono. Quando il re si accorge che uno dei servi gli deve una somma ingente, impossibile da restituire, decide di punirlo con la prigione. Una decisione perfettamente in linea con la giustizia umana. Ma la giustizia di Dio è ben diversa, è piena di compassione e si lascia facilmente commuovere dalla supplica del servo. Non solo decide di rimandare la pena ma gli condona tutto il debito, rinuncia ad avere quello che gli spetta, scioglie le catene del male. Questo re, che non agisce secondo le leggi umane, è immagine di quel Dio che per amore è sempre pronto a perdonare il peccato, pagando di persona, cioè per mezzo della croce (Col 2,14).

È questa la notizia che oggi deve risuonare. In una delle sue suggestive omelie il cardinale Giacomo Biffi ricorda un inno pasquale di sant’Ambrogio il quale “con qualche umorismo, descrive la scena degli angeli che, come gli spettatori all’arrivo di una corsa, sono impazienti di vedere chi, tra i famosi campioni di santità, taglierà per primo il traguardo del cielo (appena riaperto dalla morte redentrice del Signore). E con non poca meraviglia vedono che davanti a tutti arriva un ladro! Un ladro che, congiungendosi a Cristo con un piccolo atto di fede, riesce a battere in volata tutti gli antichi giusti” (Omelia, 23 marzo 2002). “Dopo il perdono al ladro, chi dovrà più disperare?”, canta Sant’Ambrogio. Perdonandoci, il Padre celeste non solo ci rimanda liberi ma ci dona una veste nuova, quella dei figli. Dinanzi a questo Dio “ricco di misericordia” come non sentire il desiderio di abbracciare ogni fratello e di perdonare a tutti di cuore? “Chiedere e donare perdono è una via profondamente degna dell’uomo”, disse Giovanni Paolo II vent’anni fa a Sarajevo, in una città dilaniata dall’odio e dalla guerra. Chi perdona mostra di essere nato a vita nuova e semina vita nei solchi inariditi dal male.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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