Aborti

In Puglia è lotta ai medici obiettori perché impediscono di fare aborti

pixabay

a cura della Redazione

La Puglia è la terza regione in Italia per numero di aborti volontari, ma nei giorni scorsi si è discussa in Commissione Sanità del Consiglio regionale, una proposta di legge contro gli obiettori. Limiterebbero il diritto delle donne ad abortire. Per fortuna con quattro voti a favore, quattro contrari e 1 astenuto, la proposta non è passata.

Un triste primato per la Puglia, una delle regioni di Italia più belle e conosciute. A fronte di una media nazionale che parla di 6,6 aborti ogni mille donne, in Puglia si arriva a 8,1. La regione è la terza in Italia per numero di interruzioni di gravidanza, dopo Liguria ed Emilia: 7.574 nel 2015, con un triste record nazionale di recidiva (35%).

Questo significa che una donna su tre, nel corso della vita, si è sottoposta due o più volte all’aborto. Dato che sottolinea ancora di più il livello di disperazione di chi bussa alle porte dei consultori pubblici in cui, tanto per essere precisi, sono solo l’11% i ginecologi obiettori di coscienza.

Ma non è ancora sufficiente. Nonostante questi dati, infatti, in Commissione Sanità del Consiglio regionale, è ugualmente approdata la proposta di legge presentata dal consigliere Cosimo Borraccino (Sinistra Italiana) in materia di “concreta attuazione in Puglia della legge sull’interruzione volontaria della gravidanza”, la 194 del 1978. 

Secondo il testo della norma, l’obiezione di coscienza “impedisce anche in Puglia, in molti casi, di poter rispondere con tempestività ed efficacia alle richieste di molte donne che intendono consapevolmente interrompere la loro gravidanza”. Ma dalle stime risulta che i medici “non obiettori” eseguono in media 3,5 aborti la settimana.

Per fortuna con 4 voti a favore, 4 contrari e una astensione la commissione non ha espresso parere positivo all’articolo 1, determinando così la sospensione dell’iter legislativo. 

Ma quali sono le vere motivazioni che spingono le donne ad interrompere la gravidanza? Siamo proprio sicuri che sia per la presenza di medici obiettori di coscienza? A ben guardare la situazione sembra sensibilmente diversa.

Secondo i dati diffusi dal Forum della Associazioni Familiari, in Puglia le donne che decidono di abortire hanno in media tra i 25 e 34 anni. Sono nubili, coniugate, casalinghe e hanno già due figli. La conclusione è di facile deduzione: se si ricorre all’interruzione di gravidanza è per povertà e per paura del licenziamento.

Cosimo Barracino, primo firmatario della proposta di legge, annuncia battaglia, agitando lo spauracchio dei diritti delle donne. Non c’è da stupirsi dunque se di fronte a politiche come questa, l’Italia sia un paese a natalità zero, condannato ad avvizzirsi. Sarebbe necessario rimettere al centro finalmente i diritti dei bambini più che degli adulti.

 




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1 risposta su “In Puglia è lotta ai medici obiettori perché impediscono di fare aborti”

Sono nata e vivo in questa bellissima terra quale è il Salento.Mi dispiace che la mia regione vanti questo triste primato che,onestamente,ignoravo! La querelle dell’insufficienza dei medici abortisti va avanti da un po’di tempo ormai…
Forse la Regione dovrebbe approvare dei piani di prevenzione dell’ivg, dati i numeri esorbitanti e le conseguenze che l’aborto può comportare sull’intero tessuto sociale.

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