Maternità surrogata

“Di chi è figlio quel bimbo?”

a cura della Redazione

È la domanda giuridica fatta dall’ufficiale di stato civile del Comune di Milano e dal tribunale per i minorenni rispetto al caso di una coppia che aveva fatto ricorso in India alla maternità surrogata. Ma in Italia la surrogazione di maternità è vietata.

Come sta capitando spesso negli ultimi tempi: ciò che esce dalla porta dei legislatori, rientra dalla finestra dei tribunali. Questa volta è il caso di una coppia milanese, che aveva ottenuto un figlio mediante maternità surrogata in India. Ma al rientro in pietra il confronto con il divieto imposto dalla legge 40 è stato immediato. “Di chi è figlio quel bimbo? Di entrambi i membri della coppia che l’ha ordinato? Oppure solo dell’uomo, unico dei due a fornire il proprio materiale genetico?”. Queste le domande giuridiche poste, ovviamente, dall’ufficiale di stato civile del Comune di Milano e dal Tribunale per i minorenni.

La risposta della Corte d’appello meneghina, non lascia spazio ad interpretazioni: quel bambino e figlio solo dell’uomo. Ma attenzione: ritenendo questa norma lesiva del piccolo, i giudici di secondo grado ne hanno ravvisato un sospetto d’incostituzionalità. E per questo l’hanno posta all’esame della Consulta, insieme – per gli stessi motivi – al divieto di maternità surrogata imposto come detto dalla legge 40 del 2004.

Queste quindi le premesse con cui il destino di questo piccolo è approdato alla Consulta. In aula, non solo la normativa vigente in Italia in quanto alla pratica dell’utero in affitto, ma anche il concetto stesso di famiglia. Secondo il curatore speciale del minore infatti, nei rapporti genitoriali, oggigiorno, il criterio di verità deve cedere a quello del supremo interesse del bimbo. Sul presupposto che “è cambiata la famiglia, è cambiato il senso di famiglia”.

Immediata la replica dell’Avvocatura di Stato: “Non stiamo facendo una battaglia di retroguardia – ha esordito Chiarina Aiello –, ma semplicemente presentando l’interpretazione corretta dell’articolo 263 che tutela il minore proprio perché posta a salvaguardia della naturalità della famiglia”.

Attendiamo dunque la sentenza della Consulta che si prevedere nelle prossime settimane.




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