4 gennaio 2018

4 Gennaio 2018

Tutto inizia dall’ascolto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,35-42)
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì che, tradotto, significa maestro, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia», che si traduce Cristo, e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa», che significa Pietro.

Il commento

I suoi due discepoli, sentendolo parlare [ēkousan] così, seguirono [ēkoloúthēsan] Gesù” (1,37). Il racconto dell’evangelista è di una straordinaria bellezza letteraria. Un nuovo giorno è spuntato, Giovanni è ancora là, icona di una Chiesa che non viene meno al suo compito. Il suo sguardo è sempre attratto da Gesù, lo vede passare e annuncia ai discepoli: “Ecco l’agnello di Dio” (1,36). Il verbo emblépō [en + blépō = guardare dentro] riprende e approfondisce quello usato nella scena precedente (1,29), indica uno sguardo che guarda ancora più profondamente Gesù, come se volesse cogliere il mistero nascosto nella sua persona. Questa volta compaiono due discepoli. A loro è rivolto l’annuncio, il Battista consegna quella luce che lui stesso ha ricevuto dal Cielo e li invita a fissare lo sguardo verso quest’uomo che passa. Non lo chiama per nome, le parole fanno riferimento alla missione che egli deve compiere, lo indicano come il Messia che realizza le promesse antiche. Dinanzi a questo fatto tutto il resto passa in secondo piano. Lui stesso, il Battista, può ritirarsi in buon ordine. È Gesù che deve occupare la scena, d’ora in poi è Lui il Protagonista della storia. La parola di Giovanni s’incide a lettere di fuoco nel cuore dei discepoli. L’evangelista spiega che proprio ascoltando il Maestro, decidono di seguire Gesù. Troviamo qui due verbi fondamentali della fede: ascoltare e seguire. Poco dopo apparirà anche il terzo verbo: vedere (1,39). È bene però sottolineare che l’ascolto precede e prepara il vedere. È la Parola che riscalda il cuore, genera o alimenta quella ricerca interiore che porta l’uomo all’incontro con Cristo. Per questo la Chiesa non deve mai stancarsi di annunciare quella Parola che spegne la sete delle cose vane e mette nel cuore altri e più grandi desideri.

Oggi ci affidiamo all’intercessione di santa Teresa di Lisieux nel giorno in cui ricordiamo il suo battesimo, primo passo di quel cammino che ha saputo percorrere con eroica fedeltà. Dona anche a noi, Signore Gesù, di vivere in tua compagnia il cammino della vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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