Eutanasia

Carla Bocola, quando si dice: “La vita ad ogni costo”

sostegno malati

di Ida Giangrande

Il Comune prevede un nuovo bando per l’assegnazione di un assegno per le cure e lei, Carla Bocola, 52enne affetta da Sla, si vede sottrarre il denaro che le consente di potersi curare. Intanto il processo a Marco Cappato, accusato di aver indotto al suicidio Dj Fabo, si conclude con grosse parole ma nulla di fatto. Quale dignità riconosciamo ai sofferenti?

Ogni persona è libera di decidere come e quando morire. È questo il principio cardine non solo della Convenzione dei diritti dell’uomo, ma anche della nostra Costituzione. Lo ha gridato a gran voce la Corte di Milano, riconoscendo che Marco Cappato, imputato per la morte di Fabiano Antoniani, 40 anni, non ha rafforzato la volontà di Dj Fabo di porre fine alla propria vita. Spetterà dunque alla Consulta pronunciarsi sulla legittimità costituzionale del reato di aiuto al suicidio. Il confine tra legge e dignità si fa ancora più labile e mentre in aula si tenta di sbiadire i contorni del reato di istigazione al suicidio, al Sud della Penisola qualcuno chiede di essere ascoltato proprio in merito al concetto di dignità. È Carla Bocola, 52 anni e madre di due figli, affetta da Sla.

Carla Bocola, nata a San Severo e residente a Taranto in provincia di Puglia, ha 52 anni, ed ha scoperto di essere affetta da Sla circa sette anni fa. È tenuta in vita dai macchinari che le permettono di nutrirsi ed è tracheotomizzata. Non parla, almeno non con i sistemi tradizionali, perché Carla continua ad esprimersi con gli occhi e con i sorrisi. Intorno a lei una famiglia che la adora e che la accudisce. Un marito, due figli, ma non basta, evidentemente non basta. Per sopravvivere Carla ha bisogno di monitoraggio continuo, di personale qualificato al suo fianco, e invece da quest’estate ha perso anche l’assegno per le cure, circa mille euro al mese, grazie a un nuovo bando che prevedeva l’assegnazione di un punteggio basato sulla gravità della patologia e sull’Isee.

Lo ha denunciato lei stessa dal suo profilo Facebook dove quotidianamente rivendica la dignità, il rispetto e i diritti di tutti i malati di Sla e non solo. La sua battaglia è diventata virale. In pratica, secondo un nuovo bando della regione, nell’Isee è compreso anche l’assegno di accompagnamento e questo ha fatto perdere a Carla il diritto a quel denaro che le permetteva le cure e la retribuzione di chi le prestava assistenza. Ha già dovuto licenziare una delle due persone che la accudivano. Un monitoraggio adeguato alla gravità della sua malattia costerebbe 5mila euro al mese e questi soldi, ovviamente, non ci sono.

“La dignità di ogni ammalato è sacra ed inviolabile. Non c’è ISEE che tenga. Considerare il reddito (ISEE O ISR) è una grande ingiustizia. Dignità per ogni ammalato in Puglia ed in tutta Italia”. Così lei stessa, grazie a un apparecchio ottico che le permette di scrivere e comunicare su Facebook, ha denunciato quanto accaduto e la campagna di solidarietà è partita.

#iostoconcarla o #noisiamocarla sono questi gli hashtag che supportano la causa di Carla e qualcosa si sta muovendo.

“Il presidente Michele Emiliano – ha raccontato a Nicola Cendron su TrevisoToday – si è deciso a inficiare questo bando e rifarlo con nuovi criteri, ma il problema è che non si sa quando avremo questi soldi”. Nell’attesa che arrivino i soldi, la battaglia di Carla continua, ma nel frattempo c’è da chiedersi se l’unica dignità da riconoscere ai disabili è quella della morte.




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2 risposte su “Carla Bocola, quando si dice: “La vita ad ogni costo””

Io Cinquino Michele sto con la mia amica Carla Bocola e con tutte le persone in difficoltà come lei…
Ti voglio bene Carla amica mia!!!

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