La Buona Scuola

Tutto rinviato

Matteo Renzi

Malgorzata Kistryn - Shutterstock.com

Bisognerà aspettare il consiglio dei ministri del 10 marzo per il disegno di legge che andrà in Parlamento per la riforma della scuola. Sfuma l’ipotesi di un decreto legge per il “pacchetto assunzioni”.

Il “pacchetto scuola” è arrivato solo a metà in consiglio dei ministri, martedì scorso. Un cambiamento di rotta annunciato da Matteo Renzi già la sera prima: sul tavolo dei ministri, infatti, solo un disegno di legge e non più l’annunciato decreto legge. Una strategia diversa che consegna l’ultima parola al Parlamento nell’ottica di un maggiore coinvolgimento delle opposizioni, come dichiarato dal Premier.

Nel disegno di legge dovrebbero confluire la riforma dell’infanzia, con la proposta di un unico percorso educativo da 0 a 6 anni; gli interventi legati a disabilità e sostegno; la nuova normativa scolastica e le misure per il diritto allo studio. «Per cambiare la scuola bisogna partire da un progetto educativo, potenziando l’autonomia. Una scuola che dia competenze linguistiche (inglese in modalità Clil dalla primaria), musica, arte, educazione motoria con insegnati specialisti» ha affermato il ministro Giannini. E poi, ancora, l’alternanza scuola- lavoro (400 ore negli istituti tecnici e 200 ore per i licei).

Altro capitolo riguardava poi la dibattuta questione delle scuole paritarie. L’idea era quella di prevedere una detrazione fiscale per le famiglie che iscrivono i figli alle paritarie.

Invece, il centro nevralgico della riforma, concernente il “pacchetto assunzione”, avrebbe dovuto essere affrontato con lo strumento del decreto legge, per garantire tempi brevi e certi di attuazione.

«Non c’è alcun rischio che slittino le assunzioni – così ha confermato il presidente del consiglio in sala stampa – non c’è alcun passo indietro del Governo», «ci sono le condizioni perché il Parlamento possa legiferare, in tempo non biblico, senza la necessità di strumenti di urgenza». Renzi ha garantito anche le coperture: un miliardo per quest’anno e tre nel 2016. Ma la riforma riguarderà soprattutto l’impostazione della macchina organizzativa: «Si passa a un sistema di valutazione degli insegnanti innovativo e rivoluzionario per il Paese che finora ha visto la progressione di carriera legata solo all’anzianità», ha detto il ministro Giannini confermando che il 70% degli scatti sarà legato al merito.

Mariarosaria Petti




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