Speciale Giornata per Vita

L’aborto non è più un caso di coscienza, in Francia i vescovi si interrogano

embrione

«Peut-on encore parler de l’avortement aujourd’hui?». “Possiamo ancora parlare di aborto, oggi?”. È la domanda posta da sette vescovi francesi in una Nota congiunta. Ne parla il quotidiano cattolico La Croix nell’edizione del 30 gennaio. Un’iniziativa abbastanza rara, soprattutto di questi tempi dominati da un Pensiero unico.

La domanda dei vescovi, che interpella la coscienza di tutti, nasce dal fatto che la recente Legge sulla Salute, promulgata lo scorso 27 gennaio, ha abolito il tempo della riflessione per l’aborto. Tutto più facile. L’aborto non è più un caso di coscienza, non chiama più in causa valori significativi, non interpella più la coscienza e dunque non richiede più un tempo di riflessione. È diventata una scelta come un’altra. Come cavarsi un dente.

Ciò che ha mosso questi vescovi a fare un comunicato congiunto è l’aver notato la totale assenza di un dibattito tanto nel mondo politico come nella società civile. “Per la Legge, scrivono i firmatari, l’aborto è un diritto, la nostra esperienza ci dice che si tratta di un dramma”. Mettono le mani avanti i vescovi: la misericordia di cui parla Papa Francesco non contrasta con questa iniziativa perché loro non giudicano le donne, al contrario riconoscono e condividono il dramma che esse vivono. D’altra parte, aggiungono, “la misericordia non ci concepisce senza la verità”. Si appellano al “diritto alla vita” e rivendicano il “diritto di opinione”.

Un’iniziativa rara, segno che la Chiesa non ci sta ad assistere alla deriva morale di una società sazia e disperata.

Ecco il link dell’articolo apparso su La Croix:

http://www.la-croix.com/Religion/Sept-eveques-denoncent-absence-debat-IVG-2016-01-30-1200736444




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