Maternità surrogata Il vuoto delle origini: “Da dove vengo?” Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 10 Marzo 2016 Nessun commento su Il vuoto delle origini: “Da dove vengo?” di Gabriele Soliani Le coppie omosex saranno anche capaci di cure e affetto ma la questione è diversa: a che prezzo e in che modo si struttura e sviluppa l’identità con la mancanza della propria origine? Chi "sono io" se non so da "dove vengo"? Il “vuoto” delle origini è un dramma irrisolto per chi è generato con donatore di seme o donatrice di ovulo e partorito da chi ha “affittato” l’utero. Si dispone ormai di una grande mole di evidenze sui bambini adottati, accolti in famiglie naturali e oggetto di cure affettuose e competenti. Malgrado ciò si riportano, e spesso con tormento, esperienze di vita dominati dalla domanda sulla “loro origine”. In questo casi i genitori adottanti hanno il “vantaggio” di non aver deliberatamente scelto questa condizione per i figli e quindi di non doverne direttamente rispondere. Perché allora non viene dato spazio al dramma del “vuoto d’origine” che o dalla parte del padre o dalla parte della madre affligge e affliggerà i figli delle coppie omosex? Questo dramma non può essere aggirato facendo leva sulla trasparenza dell’informazione perché il figlio, in quei casi, non accede al padre ma ad un semplice “donatore di seme” o peggio non incontra una madre ma una donna …. che ha venduto il suo corpo e il genitore sarebbe quello che l’ha…. comprato. Nemmeno la definizione dell’utero in affitto come “gestazione di sostegno” o addirittura “gestazione per altri” può rispondere alla domanda di senso dei figli. Nemmeno il dimostrare o documentare che essi ricevono buone e competenti cure dalla coppia omosex è utile alla domanda di vita del figlio quando sarà adolescente. Le coppie omosex saranno anche capaci di cure e affetto ma la questione è diversa: a che prezzo e in che modo si struttura e sviluppa l’identità con la mancanza della propria origine ? Chi “sono io” se non so da “dove vengo”? Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag maternità surrogata, Utero in affitto ANNUNCIO ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: Prendersi cura: il rapporto medico-paziente e altre riflessioni di Aldo Bova Trasmettere la fede ai figli: come parlare loro della Creazione? Associazione Meter e l’impegno contro la pedofilia e la pedopornografia Donne, vita, aborto: dal Movimento per la Vita un invito a dialogare Spiritualità coniugale e familiare: cosa portiamo della Settimana nazionale in Sicilia Aborto: come siamo arrivati dalla “non punibilità” al “diritto umano”? Il valore della preghiera del Rosario in famiglia e nella vita dei santi Quando papa Woytjla dichiarava santa la sua conterranea Faustina Kowalska… Una centrale di intercessione. Lettera di un’abbadessa Giovanni Paolo II e i giovani: alcuni aneddoti raccontati da Padre Luca Frontali