Maternità surrogata

Il vuoto delle origini: “Da dove vengo?”

solitudine

di Gabriele Soliani

Le coppie omosex saranno anche capaci di cure e affetto ma la questione è diversa: a che prezzo e in che modo si struttura e sviluppa l’identità con la mancanza della propria origine? Chi "sono io" se non so da "dove vengo"?

Il “vuoto” delle origini è un dramma irrisolto per chi è generato con donatore di seme o donatrice di ovulo e partorito da chi ha “affittato” l’utero. Si dispone ormai di una grande mole di evidenze sui bambini adottati, accolti in famiglie naturali e oggetto di cure affettuose e competenti. Malgrado ciò si riportano, e spesso con tormento, esperienze di vita dominati dalla domanda sulla “loro origine”. In questo casi i genitori adottanti hanno il “vantaggio” di non aver deliberatamente scelto questa condizione per i figli e quindi di non doverne direttamente rispondere. Perché allora non viene dato spazio al dramma del “vuoto d’origine” che o dalla parte del padre o dalla parte della madre affligge e affliggerà i figli delle coppie omosex? Questo dramma non può essere aggirato facendo leva sulla trasparenza dell’informazione perché il figlio, in quei casi, non accede al padre ma ad un semplice “donatore di seme” o peggio non incontra una madre ma una donna …. che ha venduto il suo corpo e il genitore sarebbe quello che l’ha…. comprato. 

Nemmeno la definizione  dell’utero in affitto come “gestazione di sostegno” o addirittura “gestazione per altri” può rispondere alla domanda di senso dei figli. Nemmeno il dimostrare o documentare che essi ricevono buone e competenti cure dalla coppia omosex è utile alla domanda di vita del figlio quando sarà adolescente. Le coppie omosex saranno anche capaci di cure e affetto ma la questione è diversa: a che prezzo e in che modo si struttura e sviluppa l’identità con la mancanza della propria origine ? Chi “sono io” se non so da “dove vengo”?




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