27 Giugno 2016

27 Giugno 2016

Un uomo senza potere

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,18-22)
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

Il commento

Maestro, ti seguirò dovunque tu vada” (8,19). Queste parole sono di uno scriba, una persona colta, uno che conosce bene la Legge. L’insegnamento di Gesù lo affascina, i prodigi che egli compie fanno intuire che egli agisce con la potenza di Dio. Quando la luce rischiara il giorno, non possiamo chiudere gli occhi. Decide allora di uscire allo scoperto e chiede a Gesù di poter diventare uno dei suoi discepoli. Nelle sue parole vi è tutta la disponibilità e la prontezza del neofita. Ma vi è anche tanta ingenuità. Gesù sa bene che non basta la disponibilità, neppure quella più sincera. Non vuole smorzare l’entusiasmo o scoraggiarlo ma neppure illuderlo, vuole semplicemente aprire gli occhi perché ogni scelta sia fatta con piena consapevolezza. Solo così siamo davvero liberi. Sarebbe un inganno nascondere la verità o minimizzare la fatica che comporta la sequela. Per questo gli dice: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (8,20). Si presenta come un uomo senza potere, non ha un esercito e neppure una casa. Non può offrire alcuna sicurezza a quelli che lo seguono. La sua unica forza è l’amore. La parola e le guarigioni sono il segno di un amore che si dona. Fino a dare la vita. Chi decide di stare con Lui è chiamato a vivere la stessa esperienza: rinunciare al potere del mondo, che  chiude l’uomo in una prigione, per vestirsi di quella carità che cambia il volto della storia. È Dio il l’unico rifugio, la sola consolazione, la vera gioia. Vivere la sequela significa condividere la missione di Gesù che “da ricco che era si è fatto povero” (2Cor 8,9). Chi sceglie di seguirlo rinuncia al riposo e alle sicurezze di una vita comoda; e impara a cercare l’essenziale in ogni cosa.

“Cominciare è di tutti, perseverare è dei santi”, diceva san Josemaria Escrivà. Oggi chiediamo la grazia di pregare con il salmista: “Solo in Dio riposa l’anima mia: / da lui la mia speranza. / Lui solo è mia roccia e mia salvezza, / mia difesa: non potrò vacillare. / In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; / il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio” (sal 62, 6-8).



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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