19 Agosto 2016

19 Agosto 2016

Due comandamenti, anzi uno

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,34-40)
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Il commento

Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti” (22,40). I due comandamenti non sono semplicemente congiunti ma indissolubilmente legati in modo da formare un unico comandamento. In effetti, lo scriba chiede qual è “il grande comandamento” (22,36), egli vuole sapere tra i seicento e più precetti della casistica rabbinica, quale deve essere considerato in assoluto il più importante. Gesù risponde citando lo Shema che invita ad amare Dio con assoluta totalità (Dt 6, 4-5). Ma subito, sorprendentemente aggiunge che c’è un secondo comandamento ed è simile al primo (22,39), l’altra faccia della stessa medaglia. Non è dunque possibile dissociarli. Questo intreccio va letto e coniugato da entrambi i lati: l’amore di Dio è autentico solo quando si esprime nell’amore del prossimo; ma d’altra parte, solo chi ama Dio con totalità di cuore e di mente è reso capace di amare il prossimo con disinteresse, superando ogni egoistico attaccamento di sé. Si potrebbe dire che amare il prossimo è la via ordinaria per amare Dio; ma ogni impegno umano è velleitario se non trova in Gesù Cristo la sua forza, noi sappiamo infatti che solo la comunione con Dio e la grazia che viene da Lui ci permettono di amare il prossimo.

“L’amore di Dio – scrive Sant’Agostino – è il primo come comandamento, ma l’amore del prossimo è primo come attuazione pratica”. Viene prima l’amore di Dio e poi quello del prossimo. Ma il santo vescovo aggiunge: “Siccome però Dio tu non lo vedi ancora, amando il prossimo ti acquisti il merito di vederlo; amando il prossimo purifichi l’occhio per poter vedere Dio (…) Amando il prossimo e prendendoti cura di lui, tu cammini. E dove ti conduce il cammino se non al Signore, a colui che dobbiamo amare con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente? Al Signore non siamo ancora arrivati, ma il prossimo l’abbiamo sempre con noi. Ama, dunque, il prossimo con il quale cammini, per poter giungere a colui con il quale desideri rimanere” (Trattati su Giovanni, 17, 7-9). Signore, insegnaci a cercare Te fonte di ogni bene e a trovare in Te il coraggio di amare il prossimo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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