15 Settembre 2016

15 Settembre 2016

Un nuovo inizio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,25-27)
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Il commento

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala” (19,25). Oggi contempliamo la croce gloriosa attraverso gli occhi di Maria. La Vergine Addolorata è icona del discepolo che segue fedelmente Gesù fino alla croce: “Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24). Maria non si trova per caso presso la croce e non vi rimane perché costretta dalle necessità. Nel momento del dolore non è fuggita, nel tempo della prova è rimasta fedele, quando il cielo si copriva di nubi ha continuato ostinatamente a sperare. Illuminata dalla fede, Maria sapeva che quella croce non era la fine. Non poteva essere la fine. Dove c’è Dio la parola fine non ha diritto di cittadinanza ma ogni cosa ha il sapore degli inizi. Maria è rimasta ai piedi della croce non come una donna affranta dalla sofferenza, ma con la certezza che Dio compie la sua opera. Quell’evento, che ad occhi umani appare come un punto di arrivo, diventa invece l’imprevedibile punto di partenza di una nuova avventura. E proprio in quel momento, in cui deve morire il Figlio, Maria riceve una parola nuova che allarga all’infinito il suo ministero di maternità: “Donna, ecco tuo figlio!” (19,26). Nel momento in cui vede morire il Figlio, generato nella carne, riceve un altro figlio. Una chiamata inaspettata, chi crede attende con ferma speranza ma non può prevedere quando e come Dio agisce. Il Vangelo non riferisce alcuna risposta di Maria. Non ce n’è bisogno! L’eccomi che aveva detto anni prima, nell’oscura casa di Nazaret, è la radice di un’obbedienza che segna tutti i passi della vita. A chi le domandava in che modo l’opera di Dio sarebbe germogliata, Marthe Robin rispondeva: “Lo farà attraverso il dono totale di voi stessi, attraverso la fedeltà di tutti in giorni, l’abbandono amoroso alla Volontà del Padre, con Gesù e in Gesù, per mezzo di Maria”. È quello che anche noi ci impegniamo a fare con la coscienza di essere umili servi di una storia luminosa che abbraccia i secoli.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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