23 Novembre 2016

23 Novembre 2016

Nulla di buono

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,12-19)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Il commento

Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi” (12, 16). Gesù non promette nulla di buono, il futuro che lui descrive non solo è attraversato da calamità naturali, guerre e rivoluzioni (12, 9-11) ma anche dalle persecuzioni perpetrate in nome di Dio e della legge (1,12). Non è un profeta che annuncia sventure ma un maestro che non inganna con false promesse. Gesù insegna a guardare la storia umana con quel realismo che ci prepara ad affrontare le battaglie della vita. Nel contesto di questa vicenda drammatica c’è una parola che ci fa ancora più male: il Signore ricorda ai discepoli che saranno traditi da tuttianche dai familiari e dagli amici. Gesù invita a non farsi illusioni: anche quelli che ci vogliono bene non capiranno le nostre scelte e cercheranno di opporsi con decisione. A volte, dispiace dirlo, possiamo soffrire anche a causa della Chiesa. Don Primo Mazzolari (1890-1959) scrive così al suo Vescovo, che gli aveva notificato l’ordine di non predicare: “Della mia obbedienza e del mio silenzio Vostra Eminenza non può dubitare, come io non dubito della vostra paterna bontà. Bacio la mano che mi suggella la bocca, con inalterata, affettuosa venerazione”. La storia della Chiesa è ricca di vicende come queste. Chi decide di fare la volontà di Dio deve mettere in conto difficoltà e contrasti. “Le opere che non sono segnate dalla croce non sono pienamente compiute”, scriveva Marthe Robin, una mistica del Novecento. I cristiani dunque non dovrebbero stupirsi, anzi dovrebbero più spesso ripetere le parole di quest’inno liturgico: “Ave, Crux, Spes unica”, Ti saluto, Croce, nostra unica speranza. Camminiamo dunque nella speranza sapendo che attraverso le lotte e la fatica Dio costruisce il suo Regno. Accettiamo le tribolazioni come necessario condimento di una storia che rimane legata alla fragilità dell’uomo ma con la certezza che il buon Dio non ci abbandona e guida ogni cosa verso il bene.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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