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Aborto e papa Francesco: quando il giornalismo cerca quello che non c’è…

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a cura della redazione

“C’è da parte di qualcuno la tentazione di leggere in fretta e quando si legge in fretta non si capisce. C’è la tentazione di trovare subito qualche cosa. C’è poi la volontà di qualcuno di voler denigrare e trovare quello che non c’è”.

“Non c’entra niente la scomunica che viene tolta. Non c’entra nulla dire ‘abortite perché il Papa vi perdona’, queste sono veramente delle idiozie che rimangono tali sia nei titoli che nei contenuti”. Il Presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, Mons. Rino Fisichella, in un’intervista a ‘Bel Tempo si spera’ su Tv2000 è tornato a parlare di aborto stigmatizzando alcuni titoli comparsi sui giornali. “Voglio dire una cosa nei confronti dei giornalisti – ha aggiunto mons. Fisichella – due giorni fa in Sala Stampa ne ho sentite di tutti i colori. C’è da parte di qualcuno la tentazione di leggere in fretta e quando si legge in fretta non si capisce. C’è la tentazione di trovare subito qualche cosa. E di tanti contenuti l’occhio è caduto solo sull’aborto. C’è poi la volontà di qualcuno di voler denigrare e trovare quello che non c’è”. Il Presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, ha inoltre voluto precisare che “il Papa ha detto chiaramente e lo ha scritto: il peccato di aborto è uno dei peccati più gravi che esistano, perché si pone fine a una vita innocente. Questo peccato rimane tale e nel momento in cui si compie questo peccato, non solo da parte della donna, che porta il peso più grande di tutto questo, ma da parte di tutta una categoria che partecipa al peccato d’aborto, nel momento in cui si compie dunque, c’è la scomunica e si è fuori dalla comunione dalla Chiesa perché il peccato è gravissimo”. “Ma il Papa – ha sottolineato mons. Fisichella – pur dicendo questo dice con altrettanta forza che non esiste un peccato che Dio non possa perdonare quando si ritrova con un cuore pentito. Il Papa dice che non deve esserci nessun ostacolo, nessun limite. Prima infatti solo il vescovo poteva assolvere il peccato di aborto”.
“E’ una  prassi che si è modificata – ha concluso mons. Fisichella – la prassi con la quale ora il Papa dice: desidero che chi porta dentro di sé questo grande dolore ed è pentito, non abbia a trovare ostacoli ma qualsiasi sacerdote può accogliere, perdonare e aiutare a camminare per una vita nuova”.




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