Pillola abortiva

Dopo la RU 486 arriva una debole speranza per il bambino

bambino embrione

di Gabriele Soliani

Arriva dagli Stati Uniti l’antidoto alla pillola RU486, una speranza in più per salvare il bambino in extremis anche dopo aver assunto la prima dose della pillola abortiva. Una buona notizia per l’inizio di questo nuovo anno.

Mentre la Bonino sponsorizza l’aborto chimico, o farmacologico, con la famigerata RU 486 per evitare l’aborto chirurgico, dalla North Carolina e anche dallo Utah negli Usa arriva la possibilità di contrastare proprio la RU 486 con un antidoto. Non lo dicono apertamente ma con la RU 486 si fanno risparmiare molti denari al SSN e si aggira il “problema” degli obiettori di coscienza per l’aborto volontario. Delle donne non importa loro un gran che! Nel caso dell’antidoto alla RU 486 si parla delle donne che hanno iniziato le fasi dell’aborto chimico assumendo la prima pillola di RU 486 e poi si pentono e vogliono a tutti i costi proseguire la gravidanza per salvare il bimbo. I bambini salvati sono oltre 200. Il dottor Matthew Harrison, George Delgado e la dott.ssa Mary Davemport hanno messo a punto la tecnica. Basta assumere alte dosi di progesterone subito dopo la prima pillola di RU 486. Il progesterone, dal nome pro-gestazione, è l’ormone prodotto dal corpo luteo nei primissimi periodi della gravidanza e poi sostituito dalla placenta. Infatti il mifepristone, agonista del progesterone e dalla formula chimica simile, è proprio quello che ruba il posto al progesterone nei recettori dell’endometrio uterino bloccandone la crescita e facendo morire l’embrione. Se si prende molto progesterone si evita questo “avvelenamento” e l’embrione si salva.




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