Quaresima in famiglia

31 Marzo 2017

31 Marzo 2017

Totalmente dentro

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 7,1-2.10.25-30)
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

Il commento

Gesù torna di nuovo a Gerusalemme, “quasi di nascosto”, annota l’evangelista (7,10). Ma non può restare nascosta la luce: “Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e si mise a insegnare” (7,14). La sua presenza non passa inosservata, non è più uno dei tanti e anonimi pellegrini che affollano la Città Santa. I capi religiosi lo seguono con attenzione e crescente inquietudine, la gente lo cerca e lo ascolta, affascinata e perplessa. Tutti sono meravigliati. Alcuni avanzano l’ipotesi – espressa però con la massima prudenza – che possa essere proprio Lui il Messia (7,26). Ma altri sono pronti a controbattere con assoluta determinazione: “Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia” (7,27). La pretesa di conoscere la sua carta d’identità impedisce loro di andare oltre le apparenze della carne. Ma è proprio questo il mistero che avvolge la vita e la missione di Gesù. Egli viene dall’Alto ma si presenta nell’umile condizione umana. Difficile capire che nella sua ordinaria umanità si nasconde il volto di Colui che per gli ebrei è il Totalmente Altro. Gesù è così totalmente dentro la nostra umanità da nascondere la luce divina agli occhi di chi pretende di capire e di misurare tutto con le coordinate umane. Gesù delude le attese di chi aspetta un Messia che s’impone con potenza. La sua missione porta i segni del divino – segni eloquenti per coloro che sanno leggere con fede – ma si svolge nella più semplice e nascosta ordinarietà.

Contemplando questa immagine comprendiamo che la fede, anche la più santa, non si presenta attraverso esperienze che attirano l’applauso. Solo gli umili e i piccoli (Mt 11,25) sanno riconoscere la presenza di Dio, la grande parte della gente, e tra questi anche tanti credenti, resta scettica o indifferente. Che importa! Dio ci chiama a fare della vita ordinaria – ciascuno secondo la sua vocazione – il luogo in cui accendere una luce capace di dare speranza. È questa la nostra gioia e la nostra pace.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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