Prostituzione

Il “lavoro del sesso”: nuova forma di schiavitù

strada

di Gabriele Soliani

Prostituzione, il mestiere più vecchio del mondo e, per alcuni, un altro dei famosi diritti civili dei giorni nostri. In realtà lo scenario che si nasconde dietro il “lavoro del sesso” è ben altro come ci mostra Julie Bindel, giornalista dello Spectator.

C’è chi pensa che il “mestiere più vecchio del mondo”, cioè la vendita del proprio corpo, sia una scelta che dà soddisfazione. Niente di vero.

La giornalista dello Spectator, Julie Bindel, ha girato per i bordelli di tutto il mondo per tre anni e ha condotto 250 interviste in 40 paesi e intervistato 50 sopravvissute al commercio sessuale. Molte le hanno raccontato che la violenza, l’uso di alcool e droghe accompagnano la prostituzione. La conclusione a cui Bindel è arrivata è che quello che viene ipocritamente definito “il lavoro del sesso” non è altro che una nuova forma di schiavitù moderna. Tutto è sostenuto da un’ideologia liberal esasperata (promossa dalla sinistra e da una parte di sostenitori dei cosiddetti “diritti umani”) che difende la scelta da parte delle donne di questa “attività” e il “diritto dell’uomo” ad usufruirne. Un altro dei famosi “diritti civili” moderni!

La posizione risale al periodo delle campagne contro l’Aids quando i promotori della legalizzazione erano convinti che la rimozione delle sanzioni penali e la creazione di “zone di tolleranza” avrebbe spinto le prostitute a rivolgersi ad agenzie di supporto e a dotarsi di contraccettivi, e avrebbe inoltre contribuito ad abbassare i livelli di violenza.

La giornalista ha però constatato che queste teorie non reggono alla prova dei fatti. La legalizzazione in Germania, Olanda e Australia non ha portato a una diminuzione dell’Hiv e degli omicidi di prostitute. A Melbourne un’attivista dei diritti delle “lavoratrice del sesso” ha ammesso di essersi pentita di questa battaglia perché la legalizzazione non ha fatto alto che «dare più potere ai clienti e ai proprietari di bordelli». Conclusione intuibile, ma oggi quando si sbandierano i “diritti civili” nessuno osa fiatare per non passare da oscurantista medievale.




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