15 ottobre 2017

15 Ottobre 2017

Dio non rinuncia

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,1-14)
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Il commento

Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio” (22,2). Le nozze sono un’icona della nuova alleanza che Dio vuole realizzare in Cristo Gesù. Il suo invito incontra purtroppo il rifiuto: “non volevano venire” (22,3). Queste poche ed essenziali parole descrivono efficacemente il dramma di un’umanità che non si apre alla grazia, non accoglie la Parola, continua a dedicarsi al proprio lavoro. Come se Dio non ci fosse, come se non fosse venuto. La chiamata di Dio non incontra solo l’indifferenza ma anche una tenace opposizione: “altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero” (22,6). Il rifiuto degli uomini provoca il dolore di Dio – qui espresso con il verbo orghízomai che letteralmente significa essere adirato (22,7) – ma non chiude la partita. L’ostilità e il disprezzo che gli uomini non impedisce al Signore di continuare la sua storia di alleanza, come aveva già intuito il profeta Osea: “sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira” (Os 11,9). Dio non si scoraggia e non rinuncia alla festa di nozze. Anzi, sospinto da una carità senza limiti, invita i suoi servi ad allargare l’orizzonte: “andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze” (22,9). Fino a quel momento la Parola è risuonata solo nella terra d’Israele. La parabola evangelica annuncia che è giunta l’ora di seminarla in ogni angolo del mondo. La storia di salvezza abbraccia tutti i secoli e coinvolge tutti, anche i più poveri ed emarginati. Questa chiamata universale appartiene al progetto originario di Dio, come appare in alcuni testi profetici (Is 25, 6-10), ma si realizza in Gesù Cristo e proprio grazie alla sua croce (Ef 2,14). Quello che appare come un ulteriore rifiuto diviene così il punto di partenza di un’avventura che nessuno potrà soffocare. È l’amore che vince ogni resistenza e abbatte i muri costruiti dall’indifferenza. Solo l’amore può fare della fragile storia umana la terra di Dio. Di questo amore abbiamo bisogno per diventare seminatori di gioia e di speranza.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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