16 febbraio 2018

16 Febbraio 2018

Siamo legati a Lui

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,14-15)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

Il commento

Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?” (9,15). Nelle parole del Vangelo possiamo anzitutto intravedere l’identità di Gesù: Gesù si presenta con l’immagine dello Sposo che gli antichi profeti hanno usato per annunciare l’amore fedele e appassionato di Dio, egli è dunque Colui che viene a rinnovare l’alleanza. In questa cornice il suo ministero si presenta come un annuncio gioioso delle nozze. L’identità di Gesù segna anche quella dei discepoli, il suo destino è strettamente intrecciato a quello di coloro che hanno scelto di stare con Lui. Se Gesù è “lo Sposo”, i discepoli sono “i figli dello sposalizio” (9,15). La sua presenza è motivo di gioia e non si concilia con il digiuno. Ma la sua assenza sarà percepita come un lutto e sarà accompagnata dal digiuno. Il verbo greco pentheīnon indica genericamente il dolore ma quel lutto che scaturisce dalla morte di una persona cara. I discepoli vivono la passione del Maestro come un dramma che sconvolge tutto il loro essere. Tra Gesù e i suoi discepoli vi è dunque un legame simbiotico che segna in modo decisivo tutta la vita e ogni scelta. Tutto è vissuto a partire da Gesù. Scrive Paolo a Timoteo: “Se moriamo con lui, con lui anche vivremo; se perseveriamo, con lui anche regneremo” (2Tm 2,11-12). Il Vangelo di Matteo si conclude con l’annuncio che il Signore rimane con noi tutti i giorni (Mt 28,20). La passione è un passaggio doloroso e traumatico di una storia che cammina nella luce dell’amore. Se dunque egli è sempre con noi dobbiamo bandire il digiuno? La Chiesa non ha rinunciato a questa pratica penitenziale perché la storia porta ancora i segni della passione. Il digiuno dei discepoli si rivela dunque come una forma di condivisione con la sofferenza dell’umanità. “Cristo è in agonia fino alla fine del mondo”, diceva Pascal. La Chiesa vive e celebra la Resurrezione ma non chiude gli occhi dinanzi alla croce che tanti uomini sono costretti a portare. La festa s’intreccia sempre con il digiuno.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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