4 agosto 2018

4 Agosto 2018

A causa di chi

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,1-2)
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

Il commento

Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade” (14,3). Il brano evangelico esalta la fedeltà di Giovanni Battista che non teme di sfidare il potere e precede Cristo nel martirio. Una figura esemplare e affascinante. Quest’oggi tuttavia vorrei invitarvi a scrutare con più attenzione l’altro protagonista di questa pagina: il re Erode. È un uomo che ha piena autorità. E difatti, agisce con spietata determinazione: fa arrestare Giovanni, lo fa incatenare e lo getta in prigione. In questa molteplicità di verbi che si susseguono con ritmo incalzante possiamo leggere la decisa volontà di zittire quella voce scomoda. Arrestare qualcuno significa bloccare la sua azione, incatenarlo significa impedire qualsiasi movimento, gettarlo in prigione significa togliere la luce e l’aria. Quando agisce con violenza, il potere non teme di calpestare la dignità dell’uomo. In apparenza il re agisce con autorità. E tuttavia l’evangelista ci tiene a sottolineare che egli ha fatto tutto questo “a causa di Erodiade” (14,3). È lui che assume le decisioni ma il ruolo della donna non è proprio marginale , anzi è proprio lei a trovare le motivazioni più seducenti per convincerlo ad agire con risolutezza. Questo re, apparentemente autoritario, in realtà, è in balia di una donna.

Erode è icona di quel male oscuro che inquina la vita persona e collettiva. Non poche volte le motivazioni che adduciamo per fare o non fare determinate cose sono soltanto un paravento per nascondere altre e meno nobili ragioni. A volte, siamo così bravi da ingannare anche noi stessi. Questo atteggiamento purtroppo s’impone con maggiore prepotenza nella vita sociale e politica dove vi sono interessi occulti che dominano e determinano scelte che difendono il vantaggio di pochi e calpestano la dignità di molti. Storia di ieri e di oggi. Un potere che non è radicato nella verità, finisce per diventare complice del male. Oggi preghiamo per quanti hanno autorità perché, liberi dai condizionamenti e sospinti unicamente dal bene, sappiano mettersi al servizio della persona umana.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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