12 ottobre 2018

12 Ottobre 2018

Contro di me

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,15-26)
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

Il commento

Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde” (11,23). Questa parola non è adatta alla mentalità buonista. Non possiamo isolare un singolo versetto ma non dobbiamo neppure censurarlo. Mi pare di poterlo interpretare così: se Gesù agisce con il potere di Dio, se è proprio Lui che realizza e porta a compimento il progetto salvifico del Padre, chi non si unisce a lui, chi non lo riconosce come Maestro e Signore, al di là delle buone intenzioni, disperde la grazia ricevuta, sciupa la vita inseguendo obiettivi illusori o comunque parziali, consuma inutilmente le sue energie. Insomma, non dona pienezza ai suoi giorni. Non solo non compie il bene in tutta la sua totalità ma rischia anche di inquinare il progetto di Dio. Nel Vangelo di Giovanni il verbo skorpízô è usato per ricordare che il lupo “rapisce e disperde le pecore” (Gv 10,12). Ed è imparentato con il vocabolo skorpíos che significato scorpione, un serpente velenoso. L’ammonimento è confermato dalla parabola sull’uomo “forte, bene armato” posto a guardia del palazzo (11,21). Gesù fa riferimento al maligno. Il palazzo è l’immagine di un uomo prigioniero del male, anche se spesso non se ne accorge. Se il maligno fa buona guardia, sbarra la porta al bene e lascia entrare soltanto pensieri cattivi. “Ma se arriva un uomo più forte di lui vince il maligno, gli toglie l’armatura, lo manda via» (11,22). È questo l’annuncio del Vangelo: non siamo in grado di liberarci dal maligno se non ci affidiamo a Colui che è venuto proprio per vincere il male, come canta l’Apocalisse: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, poiché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte” (Ap 12,10). Oggi siamo chiamati a riconoscere Gesù come il Figlio inviato da Dio per scrivere una pagina nuova nella storia dell’umanità, una pagina nuova e decisiva, è la premessa per diventare attivi collaboratori dell’opera salvifica. È quello che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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