17 febbraio 2019

17 Febbraio 2019

La sfida

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,17.20-26)
In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone. Ed egli, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.

Il commento

Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva…” (6.20). È una pagina luminosa che disegna l’orizzonte ideale della vita evangelica. Alcuni considerano le beatitudini come espressione di uno slancio sincero ma ingenuo, una parola poetica che sfocia nell’utopia. Molti altri vedono in queste parole i sentieri fondamentali che i discepoli di Gesù sono chiamati a percorrere. Le beatitudini non sostituiscono i comandamenti, seguono un’altra via, complementare e non alternativa. Gesù non offre precetti ma consegna un annuncio di gioia che, a conti fatti, non si rivela meno impegnativo dei più rigorosi comandamenti. Anzi. Le beatitudini sembrano follia, disegnano una storia che, ad un primo sguardo, non trova spazio nella vicenda umana. In effetti la Parola di Gesù non coincide, anzi contrasta con i desideri più diffusi. Ma proprio per questo la parola evangelica ha una carica rivoluzionaria che attraversa tutti i secoli. Gesù annuncia e nello stesso tempo offre un’immagine di umanità assai diversa da quella che l’uomo istintivamente desidera, egli propone e dona ai suoi discepoli la possibilità di vivere in modo nuovo, radicalmente diverso da quello che ogni civiltà ha elaborato. Una sfida che tanti uomini e donne hanno accolto. Le beatitudini perciò non sono soltanto un’affascinante pagina etica ma un’esperienza che da venti secoli accompagna il cammino dell’umanità e fa lievitare la storia verso la pienezza. Uno di questi coraggiosi testimoni si chiama  Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, da cinquant’anni impegnato a servizio dei più poveri, che ha dato questa testimonianza: “Se sono cristiano, sono cristiano e basta: nel Vangelo e nella Chiesa ho tutto il necessario per una vita piena e utile alla società, senza andare a mendicare altre ispirazioni, altre luci … per noi bastano le Beatitudini”.

Signore Gesù, le tue parole sono una permanente provocazione, ti ringraziamo per la fiducia che riponi in noi ma Tu conosci anche le nostre paure, donaci di accogliere con fiducia quello che chiedi e di rispondere con generosità. Amen



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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