
Onore alla donna
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,1-3)
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Il commento
“C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità” (8, 1-2). Una pagina sorprendente e originale. In apparenza si tratta solo di un accenno, un dettaglio inserito fra altri brani più importanti. E invece questa parola contiene una straordinaria novità rispetto alla condizione di emarginazione sociale in cui allora viveva la donna. Il brano lucano non è un masso erratico ma uno dei molteplici testi evangelici in cui la donna riceve un’identità e un compito. Oltre al posto che la Vergine Maria occupa nella mappa salvifica, possiamo citare la guarigione della suocera di Simone e della donna che soffre di emorragia, la compassione verso la vedova di Nain, l’elogio della cananea… la lista è lunga. E come dimenticare che proprio alle donne è stato affidato il primo annuncio della resurrezione? È interessante notare che Gesù conserva questo atteggiamento di accoglienza anche quando incontra quelle donne che tutti additano come peccatrici, anche a loro egli testimonia l’eterno amore di Dio che intende tutti abbracciare con identico amore. Come appare nell’episodio immediatamente precedente. Commenta Giovanni Paolo II: “In tutto l’insegnamento di Gesù, come anche nel suo comportamento, nulla si incontra che rifletta la discriminazione, propria del suo tempo, della donna. Al contrario, le sue parole e le sue opere esprimono sempre il rispetto e l’onore dovuto alla donna” (Mulieris dignitatem, 13). Secondo Paolo VI fin dalle origini del cristianesimo la donna ha “uno speciale statuto di dignità, di cui il NT ci attesta non pochi e non piccoli aspetti” (6 dicembre 1976). L’atteggiamento di Gesù ha certamente sorpreso e scandalizzato gli uomini del suo tempo ma ha lasciato ai discepoli una parola autorevole sul ruolo che la donna deve avere nella comunità ecclesiale e, in particolare, nella diffusione del Vangelo. Nonostante quelle ombre che accompagnano il cammino della Chiesa, possiamo dire che in buona sostanza questa sfida è stata raccolta. Dobbiamo certamente compiere altri passi ma dobbiamo farli seguendo il Vangelo e la Tradizione non le mode culturali del nostro tempo.
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