27 settembre 2019

27 Settembre 2019

Dialogo orante

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,18-22)
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

Il commento

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare” (9,18). Nonostante la sua estrema concisione questo brano evangelico contiene gli elementi fondamentali dell’esperienza di fede. Il dialogo è introdotto da un’annotazione che non dobbiamo trascurare. Il riferimento alla preghiera è tipicamente lucano e vuole sottolineare che i passaggi decisivi della Rivelazione avvengono nel contesto di quel dialogo misterioso che immerge l’uomo nella luce di Dio. Stando a Luca è solo Gesù che prega ma i discepoli “sono con lui”, essi perciò sono coinvolti, vengono chiamati in causa. La preghiera diventa perciò la cornice in cui Dio interpella e provoca l’uomo. È lo spazio in cui la Parola non risuona come una dottrina accademica o un insegnamento impersonale ma come una sfida che manda in crisi le nostre certezze. Non possiamo essere placidi spettatori. Gesù pone le domande essenziali, a partire da quella che riguarda la sua persona: “Ma voi, chi dite che io sia?” (9,20). Non possiamo far finta di nulla né restare dietro le quinte. La Parola ci costringe a prendere posizione e ci chiede di riconoscere Gesù come l’Inviato di Dio, Colui che compie le antiche promesse e risponde alle attese dell’uomo. Questa fede è solo la premessa di un dialogo orante che, poco alla volta, ci conduce a capire che la storia di Dio passa attraverso l’esperienza della croce. La preghiera appare, dunque, come un passaggio essenziale in cui Dio si fa riconoscere come il Signore e ci fa conoscere i passi che dobbiamo compiere per vivere fedelmente la nostra vocazione. È la premessa e la cornice in cui si svolge la nostra vita. Ci riporta al principio e dona la grazia di ricominciare e il coraggio di andare fino in fondo. Tutto questo, però, è bene dirlo avviene solo se impariamo a stare dinanzi al Signore con piena disponibilità ad accogliere la luce. Oggi preghiamo per i consacrati perché, testimoniando la forza e la fecondità della vita orante, aiutino tutti i battezzati a vivere la preghiera come incontro e dialogo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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