28 ottobre 2019

28 Ottobre 2019

Tutto è cominciato così

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,12-19)
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

Il commento

Ne scelse dodici” (6,13). Il Vangelo di oggi presenta la scelta dei dodici, il primo nucleo della sua Chiesa, chiamata ad essere nel mondo “il germe e l’inizio” del nuovo Regno (Lumen gentium, 5). La memoria liturgica degli apostoli è disseminata per tutto l’anno liturgico, come un ritornello che scandisce quasi tutti i mesi dell’anno: a gennaio la festa della conversione di Paolo, a febbraio la cattedra di Pietro, ad aprile ricordiamo l’evangelista Marco, a maggio l’apostolo Filippo, a giugno i santi Pietro e Paolo, a luglio Tommaso e Giacomo, ad agosto Bartolomeo, a novembre Andrea. La liturgia odierna invita a contemplare Simone e Giuda. Abbiamo bisogno di respirare il clima delle origini, di ritornare a quei giorni in cui “è apparsa la grazia di Dio” (Tt 2,11). La memoria degli apostoli ci riporta a quell’esperienza davvero unica che quel gruppo di uomini ha avuto la gioia di vivere. Grazie a loro è iniziata l’avventura della Chiesa. Potremmo introdurre il brano evangelico di oggi dicendo: “Tutto è cominciato così!”. Tanti altri sono venuti dopo di loro – e anche noi tra questi – ma i Dodici hanno avuto il privilegio, unico e irripetibile, di stare con il Signore e ascoltare l’eterna Parola dalla sua voce, hanno visto e toccato il Verbo della vita (1Gv 1, 1).

L’evangelista sottolinea che questa scelta nasce nel contesto di quel dialogo che unisce il Figlio al Padre: “passò tutta la notte pregando Dio” (6,12). Tutta la vita di Gesù è intessuta di preghiera ma nei passaggi più importanti s’immerge più a lungo nell’abbraccio orante. Non solo i Dodici, tutti i sacerdoti sono figli di questa preghiera. Non siamo animatori liturgici ma testimoni e custodi di quel mistero che Dio ha rivelato per mezzo del Figlio. Siamo chiamati a prolungare sacramentalmente l’opera di Gesù, l’unico e buon Pastore. La nostra vocazione è tutta avvolta nel mistero di Dio, facciamo parte di una storia che abbraccia cielo e terra. La nostra vita, all inclusive, è già un segno del mondo nuovo, minuscolo frammento della nuova creazione. Occorre pregare perché questa identità sia preservata. Oggi più che mai.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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