8 novembre 2019

8 Novembre 2019

Eccessiva leggerezza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

Il commento

Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi” (16,1). Il protagonista della parabola è un amministratore, cioè una persona di fiducia che ha ricevuto un incarico importante. È utile ricordare nel NT questo vocabolo [oikonómos] indica colui che esercita un ministero ecclesiale (1Cor 4,11). Le parole di Gesù sono rivolte ai discepoli. Evidentemente egli vuole mettere ciascuno in guardia da un uso sconsiderato o superficiale della responsabilità. Una preoccupazione ben presente nella primitiva comunità, come leggiamo nella Lettera di Pietro che esorta i cristiani ad essere buoni amministratori della multiforme grazia di Dio” (1Pt 4,10). Questa parola è rivolta a tutti perché la vita stessa è come un albero che può dare frutti saporosi ma può anche inaridirsi. La fecondità dipende anche da noi. È chiaro, però, che questo insegnamento si riferisce in modo particolare a coloro che nella comunità ecclesiale ricoprono una specifica responsabilità. “Quanto più in alto siamo, tanto più siamo in grave pericolo”, diceva Sant’Agostino.

Nella parabola l’infedeltà del tesoriere comporta un repentino allontanamento: “non potrai più amministrare” (16,2). Il buon Dio non toglie la fiducia, l’apostolo Paolo scrive che i suoi doni sono irrevocabili (Rm 11,29). E tuttavia, a causa del nostro agire possiamo sciupare la vita e dilapidare il patrimonio ricevuto. A volte questo è l’esito di un comportamento sconsiderato, altre volte è frutto di un atteggiamento superficiale che non ci fa prendere sul serio il ministero ricevuto da Dio. Viviamo con eccessiva leggerezza, non usiamo bene il tempo, non mettiamo a frutto le capacità, non siamo disposti a faticare, la vanità prende il posto della verità, la ricerca del consenso diventa più importante dell’obbedienza a Dio. Chi vive così non solo non corrisponde alle attese di Dio ma finisce per usare l’autorità in modo illecito. Con particolare cura oggi affidiamo tutti i Pastori della Chiesa alla Vergine Maria perché sappiamo custodire fino alla fine l’eccomi ingenuo degli inizi.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.