
Opus magnum
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,35-37)
In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”. Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.
Il commento
“Insegnando nel tempio, Gesù diceva…” (12,35). Non c’è più nessuno che lo interroga (12,34), questa volta è Gesù che pone le domande: “Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide?” (12,35). Spiega le Scritture e aiuta a leggere le parole antiche con una sapienza nuova. In questo caso, parla di se stesso, senza dirlo esplicitamente. Citando un salmo, attribuito a Davide (sal 110,1), fa notare che il Messia non può essere considerato semplicemente come un discendente della casa di Davide, dal momento che lo stesso re lo chiama “mio signore” (12,37). È solo un accenno, Gesù apre un capitolo ma non lo chiude con un’affermazione autoritativa. Chi vuol capire, troverà in quelle parole un aiuto per andare oltre. In fondo, è sempre così. La Scrittura non deve dire tutto e spiegare ogni dettaglio: è solo una luce che orienta lo sguardo di chi cerca la verità. Non possiamo leggere la Bibbia con la pretesa che dia subito una ricetta. Ogni parola è consegnata al cuore, può germogliare e portare frutto solo grazie alla preghiera. Solo lo Spirito può rendere nuova quella Parola antica.
È questo il compito affidato ad ogni presbitero. Il suo primo e più specifico ministero è quello di comunicare la grazia sacramentale. Ma non può sottrarsi al compito di scrutare la Parola per consegnarla ai battezzati. Anzi possiamo dire che è l’opus magnum, la sua prima e più importante attività. Senza questa semina, la grazia dei sacramenti non trova un terreno fertile in cui attecchire. Se Gesù si presenta come un Maestro che insegna la verità di Dio, ogni presbitero, reso conforme a Lui, deve svolgere il suo stesso ministero e proclamare il Vangelo senza sconti, vincendo la tentazione di inseguire mode e tradizioni umane. Questo compito è ancora più importante in un’epoca in cui la verità dell’uomo viene offuscata e deformata. Se la Bibbia torna ad essere luce, l’uomo potrà scoprire la via della gioia. Ho accennato al ministero dei presbitero perché oggi celebro il mio anniversario sacerdotale. Chiedo a tutti di unirvi alla mia preghiera. Con me rendete grazie, per me invocate grazia.
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