2 ottobre 2020

2 Ottobre 2020

Custodi premurosi

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,1-5.10)
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

Il commento

Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli [tōn mikrōn]” (18,10). Gli eventi più importanti della storia salvifica sono accompagnati dai passi degli angeli. Vi sono pagine in cui essi appaiono come custodi premurosi: sono gli angeli che proteggono Lot e la sua famiglia (Gen 19); un angelo conforta Agar nel momento in cui si sente abbandonata e incapace di provvedere al figlio Ismaele (Gen 21,17); la voce di un angelo ferma la mano di Abramo mentre sta per sacrificare il figlio Isacco (Gen 22,11); un angelo appare ad Elia e lo incoraggia a riprendere il cammino (1Re 19,5). Tra gli insegnamenti di Gesù, Matteo ha conservato anche una parola che riguarda quegli angeli che hanno una particolare cura dei più piccoli. Il Vangelo si riferisce a quei credenti che non hanno ancora maturato una fede solida. Nulla vieta di includere in questa categoria anche quelli che, essendo ancora piccoli dal punto di vista anagrafico, hanno bisogno più degli altri di ricevere il necessario sostegno per crescere nella fede.

La premura angelica diventa per noi un modello e un criterio di azione. Gesù invita ad avere uno sguardo diverso rispetto a quello di una cultura mondana che esalta le persone che hanno potere e dimentica coloro che non hanno un ruolo nella società, quelli che sembrano non avere nulla da dire e da dare. Diciamo la verità, siamo portati a trascurare le persone che, nella comunità ecclesiale come nella vita società, riteniamo di poco valore. È facile cadere nella mentalità del mondo che concede gli onori a quelli che hanno i titoli e mette da parte quelli che non hanno nessun titolo. È un errore che facciamo molto spesso. Gesù invece afferma che Dio si preoccupa di tutti e di ciascuno senza distinzione; dedica una particolare attenzione proprio a quelli che sono più piccoli e manda i suoi angeli per sostenerli e accompagnarli. È davvero una bella notizia da accogliere e proclamare per consolare quanti sperimentano la fragilità. A Maria, Regina degli angeli, chiediamo la grazia di diventare custodi premurosi dei nostri fratelli per manifestare la presenza amorevole e provvidente di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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1 risposta su “Custodi premurosi”

Anch’io ho sempre avvertito la responsabilità verso i “PIU’ PICCOLI” gli anawin. Ma qualche volta anche noi avvertiamo il particolare bisogno di essere custoditi e protetti come da un abbraccio materno. Grazie Dio perchè tu esisti.

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