14 aprile 2021

14 Aprile 2021

Influencer, formazione e quella partita che si gioca alle nostre spalle | 14 aprile 2021

Noi adulti possiamo anche ignorarli o snobbarli perché gli influencer non rientrano nel nostro modo di pensare né di abitare i social (anche se tutti quei milioni di follower non credo siano solo giovani) ma i nostri figli, i nostri ragazzi li seguono quotidianamente e dunque siamo obbligati a porci qualche domanda di senso. 

Un noto quotidiano titolava nei giorni scorsi una video/notizia con questa frase: Chiara Ferragni e Fedez, la sacra famiglia dei nostri tempi. Un titolo che mi ha obbligata a fermarmi per riflettere. Non è mio desiderio scadere in quelle riflessioni moralistiche che non servono a nessuno. D’altronde credo che la storia dei Ferragnez, così come vengono denominati, piaccia così tanto perché i due si vogliono davvero bene. Non fingono e questo i giovani lo fiutano. Per lo più sono anche aperti alla vita e dunque viva l’amore.

Qual è dunque il problema? Se mentre si amano e fanno figli, riescono anche a guadagnare cifre stellari esibendo la loro quotidianità e pubblicizzando ora un marchio ora un altro, triplicando il fatturato di una semplice azienda produttrice di acqua, che male c’è? Apparentemente nessuno, sostanzialmente la loro fama e il loro seguito generano un processo educativo di cui non conosciamo realmente le proporzioni.

Gli influencer hanno nelle loro mani un potere che neanche la politica ha più ormai da anni, figuriamoci la Chiesa. Il potere di dirigere l’opinione pubblica, di influenzare modi di vivere, comportamenti e soprattutto linguaggi. E tutto questo senza nessuna mediazione. I loro pensieri, le loro idee (per esempio sul DDL Zan piuttosto su come una certa parola scurrile intercali una frase per almeno tre volte…) arrivano puliti direttamente nella mente e nel cuore dei nostri giovani attraverso i social e sposta considerevolmente l’asse dei valori di riferimento. Se poi si ammantano anche di solidarietà, attraverso le raccolte fondi fatte in tempo di pandemia, lo spettacolo è un trionfo.

Dunque cosa fare? Come genitori cristiani come possiamo arginare tutto questo? Il problema non è contenere – certo una sana educazione all’uso dei social può aiutare – ma proporre alternative credibili, testimoni in grado di infiammare i cuori e azioni volte a formare coscienze per indirizzarle verso il Bene. Se la Scuola, i media, i social svolgono, coalizzati, un’azione così determinata di formazione dell’opinione pubblica come comunità ecclesiale e famiglie cristiane dovremmo rispondere con un surplus di autorevolezza e testimonianza. Aiutare i nostri ragazzi ad usare un senso critico nei confronti di questi modelli, smascherare il male che si nasconde dietro certi appelli. Sono certa che i nostri figli si portano dentro una sete di autenticità e di cose vere. Dobbiamo aiutarli a riconoscerla. Essere più audaci, senza ammainare le vele pensando di non avere più le forze per farle gonfiare. Il Vangelo è forza, è speranza, è Vita. Non perdiamo la bussola.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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