31 Gennaio 2022

Una legge necessaria?

Il 25 gennaio scorso l’Assemblea nazionale francese ha approvato con 142 voti a favore una legge, che punisce con due anni di reclusione e con 30.000 euro di ammenda “le pratiche, i comportamenti o le osservazioni ripetute volte a modificare o reprimere l’orientamento sessuale o l’identità di genere, vera o presunta, di una persona e che comportino un’alterazione della sua salute fisica o mentale”. Il testo, proposto dalla deputata Laurence Vanceunebrock di En Marche aggiunge che “il reato […] non si configura quando le ripetute osservazioni invitino solo alla prudenza e alla riflessione, soprattutto tenendo conto della sua giovane età, della persona che si interroga sulla propria identità di genere e che sta valutando un percorso medico finalizzato al cambio di sesso”.

Il presidente Emmanuel Macron ha twittato: “Essere se stessi non è un crimine, non c’è niente da curare”. E ci mancherebbe caro presidente. Di crimini ne abbiamo già abbastanza. Ma la mia domanda è: questa legge è necessaria? Ha davvero un valore sociale? Siamo sicuri che non abbia anche una matrice ideologica? Dobbiamo ragionare sulle cose non avventarci come falchi sulla sterile distinzione tra cattolici e Lgbt.

In primis direi innanzitutto che giuridicamente mi sembra che ogni azione che miri a ledere la libertà personale sia già da annoverare tra i reati previsti e punibili senza l’estensione di una materia ad hoc. In secondo luogo mi sembra molto generica nella sua definizione. Cosa significa “le pratiche, i comportamenti o le osservazioni ripetute volte a modificare o reprimere l’orientamento sessuale o l’identità di genere, vera o presunta, di una persona”? Quali sono queste pratiche o comportamenti? La genericità di una definizione allarga le maglie e lascia ampio spazio all’interpretazione o comunque fa credere che chissà quali trattamenti si compiono contro la volontà dei soggetti interessati. Per esempio, una madre che consiglia ad un figlio di fare un percorso psicologico per chiarirsi le idee rispetto ad una presunta omosessualità del figlio è da punire? A dirla tutta, la legge proprio per i genitori prevede le pene più severe arrivando alla soppressione della patria potestà. Ma non si può dialogare. Su questo fronte guai a chi alza qualche perplessità. 


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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