1 Febbraio 2022

Abbiamo perso la nostalgia dell’assenza

Archiviato l’affaire Quirinale, l’Italia passa alle beghe sanremesi. Dalla politica alla musica, l’importante è una parvenza di normalità che ci faccia uscire da questa ennesima caverna buia del virus. Dobbiamo dirlo senza paura, ad ogni nuova ondata peggioriamo. Siamo sempre più arrabbiati, più stanchi, più delusi…Ben vengano in questo clima di terrore, le distrazioni dei politici che si tirano le cuoia e le sorprese degli ospiti sul palco più famoso d’Italia. Almeno i media ci restituiscono l’illusione dell’evasione.

Poi a cosa ci aggrapperemo? La velocità della comunicazione brucia notizie come fogli di carta su un camino acceso. Non c’è il tempo di riflettere che subito avanza un nuovo argomento. Ingordi nel trangugiare parole o frasi ad effetto sulle timeline dei nostri profili social o goffi nel passare da un messaggio all’altro di WhatsApp o Telegram. Ora non voglio sembrare la solita vecchia nostalgica del telefono di casa che squillava. Io lo mantengo anche se non suona più ormai da tempo. Mi piaceva quel richiamo che ti obbligava a sederti per rispondere, mi piaceva ascoltare quella voce dall’altro capo che chiedeva la tua attenzione e il tuo tempo. Era necessario scegliere l’ora, non dimenticarti di dire tutto quello che volevi dire, salutarsi con quell’arrivederci che significava anche mancanza.

Ora perché dovremmo sentire un’assenza? Dopo aver chiuso una conversazione, posso inviare un messaggio se ho dimenticato di dire qualcosa alla velocità della luce. Cade quella necessità di attendere, di meditare, di rimettere a posto i pensieri. La mattina prima di alzarci dal letto controlliamo già i messaggi arrivati, le mail, le ultime notizie social. Ci alziamo con il cellulare dietro per andare in bagno e poi ancora durante la colazione continuiamo a consultare la nostra finestra sul mondo…e così di continuo fino all’attimo prima di chiudere gli occhi.

Non voglio fare la morale sull’uso dello smartphone a nessuno. Sono io che la faccio a me stessa cercando regole e modalità per silenziare i gruppi o le notifiche social quando sto scrivendo, o pregando o parlando dal vivo con una persona o quando scendo giù da mia madre per fare due chiacchiere davanti al camino senza necessariamente portarmi dietro la scatoletta. Ho bisogno di staccare, di ritrovare la gioia di una passeggiata con qualcuno anche senza troppe parole, di guardare un film in santa pace, di premere quel tasto “spegni” senza paura di perdermi qualcosa di importante. Questa lesione sottile della nostra libertà personale apparentemente ci rende sazi perché bulimici di interazioni ma sostanzialmente ci rende dipendenti e la dipendenza non è mai qualcosa di buono. Dobbiamo ri-educarci al senso del mistero che abita la nostra vita con tempi di digiuno e di astinenza. Pratiche che valgono per l’anima così come per il corpo. E ogni tanto rigustare la gioia di quella suoneria dell’apparecchio di casa. Quello senza il display del chi è, quello che ogni numero era un sospiro o una speranza, e quella voce che ti raggiungeva era una presenza e non più mancanza. 


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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