12 Febbraio 2022

A chi appartiene la mia vita?

Mario ha 43enne ed è marchigiano. In seguito a un incidente stradale è rimasto tetraplegico. Da 15 mesi ha iniziato una battaglia legale con l’Azienda sanitaria Unica Regionale, l’Asur, per l’applicazione della sentenza della Consulta Cappato-Dj Fabo. Una commissione multidisciplinare di esperti dopo la verifica delle condizioni di Mario da parte del Comitato Etico Regione Marche, ha deciso quale farmaco fosse più idoneo. Secondo l’Asur è il Tiopentone Sodico da utilizzare, in quanto appare idoneo a garantire una morte rapida e indolore con un dosaggio non inferiore a 3-5 grammi per una persona adulta del peso di 70 kg. La modalità di somministrazione è quella dell’auto-somministrazione attraverso infusione endovenosa.

“È una giornata importante. Piergiorgio sarebbe contento per Mario. Lui che ha dovuto lottare tanto per vedersi togliere i macchinari che lo tenevano dolorosamente in vita, sognava il giorno in cui tutti avrebbero potuto decidere quando andarsene, quando la sofferenza fisica e morale sarebbe stata per loro insostenibile o l’esistenza priva di dignità”. È Mina Welby, la vedova di Piergiorgio a parlare salutando insieme a tutta l’Associazione Luca Coscioni con entusiasmo quella che è definita una svolta storica.

Inoltre martedì, 15 febbraio, la Corte Costituzionale sarà chiamata ad esprimersi sull’ammissibilità del referendum chiesto sull’eutanasia e sulla legge in discussione in Parlamento. Anche su questo ci sono pareri contrastanti e lotte ideologiche. L’opinione pubblica è spaccata, c’è chi invoca il diritto di decidere di mettere fine alle proprie sofferenze e chi annuncia la sacralità della vita in ogni sua fase.

Manca la vera domanda cruciale: la mia vita a chi appartiene? Una domanda che ha un peso specifico in questo dibattito. Negli anni una certa cultura ha svuotato di senso il valore della libertà, intesa come autonomia assoluta del soggetto. Così sempre di più si è fatta largo la convinzione che sia legittimo prendere nelle proprie mani anche la morte, diventata sempre più programmabile, calcolabile. Tutto questo discende a cascata dalla convinzione che la mia vita mi appartenga, che io appartengo a me stessa e dunque anche la morte mi appartiene. Al punto che la medicina invece di essere l’arte del vivere si trasforma nell’arte di morire.

E invece questa vita non ci appartiene. Non è nostra. Non ci auto creiamo. Siamo stati creati, siamo stati amati, siamo impastati di eternità. È bello appartenere a qualcuno, sapere di non essere soli, avere la consapevolezza che per quanto malandato questo corpo è amato, per quanto rottamato questo cuore interessa a qualcuno. Non è dalle sofferenze o dai dolori che dobbiamo liberare la nostra vita ma dalla follia di credere che appartenga solo a noi, dalla onnipotenza di pensare di poter bastare a se stessi, dalla disperazione della solitudine che ci spinge a gesti estremi. La vita di Mario appartiene a qualcuno e appartiene anche ad ognuno di noi, a quelli che pensano di liberarlo dalle catene del dolore fisico quando invece ha bisogno solo di essere amato. Chi è amato può superare qualsiasi dolore.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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