18 Febbraio 2022

Recuperare la dolcezza dell’ascolto

Amo chi sceglie con cura le parole da dire e soprattutto quelle da non dire. Chi utilizza non un linguaggio ricercato da intellettuale di turno ma un linguaggio fatto di tenerezza e di carezze. Un linguaggio materno. Una madre quando rimprovera un figlio, le sue parole sono spesso dure ma lo sguardo, gli occhi rivelano tutto l’amore. Santa Teresa d’Avila, grande maestra spirituale, scriveva alle sue figlie che: “Le parole conducono ai fatti, […] Preparano l’anima, la rendono pronta e la commuovono fino alla tenerezza”.

In questa sua pedagogia c’è un invito a coniugare parole e gesti concreti ma c’è anche qualcosa di più profondo: l’anima, la commozione, la tenerezza. Termini desueti che sembrano appartenere ad un’altra epoca e ad un altro modo di vivere. Potremmo chiederci come generare parole di vita e non di morte, come fare in modo di trasmettere anche attraverso il linguaggio la profondità del mistero che abita il nostro cuore?

Piera ha sessant’anni e quando è arrivata da me la prima volta affidata da un sacerdote amico perché potessi farmi una chiacchierata con lei, per più di dieci minuti non mi ha mai guardata. Aveva l’espressione assente e distratta di chi è immersa nel suo mondo, nella sua bolla di solitudine. Siamo state credo per una buona mezz’ora a fissare il fondo della tazza del caffè che ciascuna stringeva tra le sue mani. Non era un silenzio imbarazzante quello tra noi, piuttosto un silenzio carico di attesa. Lei cercava le parole per raccontarmi il suo dolore, io preparavo il cuore ad accoglierle. Il dialogo è cominciato a monosillabi, dopo due ore eravamo abbracciate come amiche di lunga data.

Il percorso che Piera ha davanti è lungo e faticoso, quando il dolore non prende forma attraverso la consegna, quando l’unica risposta è di natura farmacologica si rischia di essere apparentemente migliorati ma in realtà non si fa altro che chiudere il dolore nel baule, di tenerlo a bada, ma prima o poi fuoriesce a volte con una violenza inaudita. Dobbiamo recuperare la capacità di ascoltare, di perdere tempo per l’altro, di generare parole di vita e di condivisione accompagnate dalla tenerezza e da un sorriso carico di dolcezza. È un dono da chiedere ogni giorno al Buon Dio.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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