19 Febbraio 2022

Drusilla Foer: tra finzione e realtà

Il teatro mi ha sempre affascinata tantissimo. Adoro quell’ambiente che trasuda vita, dove c’è una relazione tra gli attori e il pubblico, dove ciò che viene messo in scena è il frutto faticoso di ore e ore di studio, di prove, di tempi giusti. Da questo punto di vista trovo che il personaggio di Drusilla Foer interpretato da Gianluca Gori sia riuscitissimo, perfetto, eccezionale. Classe e intelligenza, linguaggio forbito e ironia pungente. Il vero problema è che il personaggio è uscito fuori dal perimetro del teatro oltrepassando quel confine tra finzione e realtà. Il palco di Sanremo ha contribuito a consacrarlo un personaggio reale. Tanto che in un’intervista fatta pochi giorni nel programma televisivo Verissimo – dove di solito personaggi famosi si raccontano sulla loro vita reale – al centro del colloquio con Silvia Toffanin non c’è Gianluca Gori ma Drusilla e la sua storia che non esiste. Come non esiste il marito defunto Hervé Foer, che ha mandato in visibilio milioni di telespettatori. Così sui social è stato un tripudio di complimenti, di elogi, di ammirazione: “stupenda”, “bravissima”, “ti adoro”, “sei un modello da imitare”. Ma Drusilla non esiste e nemmeno la sua storia totalmente inventata di una donna che in America sposa un ex pugile texano, da cui poi divorzia, quindi si trasferisce in Belgio e sposa in seconde nozze Hervé Foer, nobile. Rimasta vedova, torna a Firenze, dove vive sola, con l’aiuto della governante Ornella.

Ma perché tutto questo bisogno di credere ad una finzione? E perché sul palco di Sanremo, magari alla fine della serata dove ha partecipato Drusilla non si è applaudito al vero protagonista: Gianluca Gori? Perché fondamentalmente non ci interessa la verità – è bene aggiungere per onore di cronaca che Gianluca è felicemente eterosessuale – e a noi piace credere in una normalità che abbatte i confini tra finzione e realtà. È un po’ il principio che alla base del gender. Ciò che conta è ciò che io decido di essere non ciò che sono realmente. Le emozioni, il sentirsi in un determinato modo hanno un primato assoluto su tutto il resto. Così la vita diventa un palcoscenico dove ogni giorno recitare una parte. Ma gli attori sanno che a sera dopo lo spettacolo, caduta la maschera, resta la vita reale. I personaggi che interpretano possono far riflettere, ridere, piangere ma oltre quel palcoscenico non hanno motivo di esistere. Se non denunciamo questa pericolosa deriva rischiamo di perdere la rotta e di farla perdere ai nostri giovani.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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