23 Febbraio 2022

Ha assunto una madre: la normalità che diventa eccezione

Al colloquio di lavoro con il capo di un’azienda di telecomunicazioni, la “VoipVoice” in Toscana, Federica Granai, 27 anni, ad un certo punto esclama: “Per correttezza devo dirlo: sono incinta”. È evidente che lei stessa temeva un rifiuto ma la reazione del responsabile l’ha stupita: “Tutto qui? E che problema c’è? È una bellissima notizia”. Dovrebbe essere la normalità ma la notizia è così straordinaria che è stata ribattuta da molte testate. “Se racconto la mia storia è perché altre aziende possano prendere esempio”.

Così a distanza di tempo, dopo aver partorito il figlio Diego e trascorso il tempo della maternità e dell’allattamento, Federica è tornata a lavoro. “L’azienda mi ha dato la possibilità di trascorrere la maternità, un momento bellissimo ma anche delicato per ogni donna, nella più completa serenità. Negli ultimi tempi ho lavorato in smart-working in modo da evitare gli spostamenti, ma questo non mi ha impedito di dare il mio contributo al lavoro e ai colleghi. Ero entusiasta, volevo ripagare la fiducia dell’azienda”.

Nel racconto di Federica io leggo stupore, riconoscenza, desiderio di dire a tutti che una donna vale nonostante la maternità. Come se dovesse dimostrare qualcosa a qualcuno ed invece il valore sociale della maternità dovrebbe essere una ricchezza così palese e da tutti accolta senza la necessità di giustificare un bel nulla. Questo mi fa riflettere molto.

In Italia fino a pochi anni fa non si poteva parlare di natalità e di maternità. Anzi, quando io ero giovane l’imperativo che le nostre mamme ci comunicavano come un mantra era lavorare ed essere autonome. I figli pochi, perché cominciavano a costare molto. Oggi nell’età del benessere ci vuole un patrimonio per crescere un figlio. Tutto questo ha generato una ostilità nei confronti della maternità che non è più un valore sociale. La storia di Elisabetta dovrebbe essere la normalità e invece… dovremmo favorire politiche a sostegno delle madri e invece… ci sono più aree attrezzate per i cani nelle grandi città che per i bambini. Così mi trovavo al parco giochi qualche settimana fa con i miei nipoti e ad un certo punto sentii una donna disperata urlare: “Paoletto, Paoletto dove sei?”. Pensavo che un bambino si fosse perso ed invece vidi arrivare correndo un piccolo barboncino, cui è stato dato il nome di un bambino.


Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

ANNUNCIO

ANNUNCIO

Vai all'archivio di "Con gli occhi della fede"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.