3 Marzo 2022
I soldati ucraini e quelli russi e il male che li divide dalle loro famiglie
Avrà l’età di mio figlio, poco più che ventenne o forse anche meno, il soldato russo che ieri si è arreso ed è stato accolto e sfamato da alcune donne ucraine e qualcuna gli ha anche prestato il suo cellulare perché potesse chiamare la madre in Russia. Le lacrime che versa mentre parla con la madre e affonda i denti nel cornetto che gli è stato offerto è commovente. Il video amatoriale sta facendo il giro del mondo. Mentre si susseguono notizie contrastanti circa l’evolversi della guerra tra Russia e Ucraina, il nostro pensiero è rivolto anche ai soldati. Sono loro che concretamente combattono sul campo questa dura battaglia. Pedine di un gioco politico deciso a tavolino.
Ieri leggevo sul The Washington Post una interessante analisi al riguardo sui soldati russi mandati a combattere con la scusa di un’esercitazione generale. Sono spesso confusi e riluttanti a combattere, mendicano cibo o abbandonano carri armati e camion. Perché? Gli studiosi offrono quattro ragioni per cui i soldati combattono duramente sul campo di battaglia: ideologia, inclusi nazionalismo e patriottismo; benefici materiali come denaro; per commilitoni e paura, anche dei propri comandanti.
La maggior parte dei soldati russi non condividono nessuna di questa motivazione. Spesso sono scarsamente addestrati, ricevono quattro mesi di addestramento di base e prestano servizio solo per un anno. Vengono pagati meno di $ 25 al mese e vessati dai loro superiori. Bisogna aggiungere anche che le autorità politiche russe e in modo particolare il presidente Vladimir Putin ha fatto pochi sforzi per preparare i soldati a combattere contro i compagni slavi o spiegare perché la guerra era necessaria. Il Cremlino ha rifiutato di usare il termine “guerra”, riferendosi invece a “operazione speciale”, un termine che sminuisce il costo e i sacrifici necessari per la vittoria. Invece nei soldati ucraini troviamo chiaramente più patriottismo, più motivazione, più desiderio di riscatto ma spesso si arruolano civili senza alcuna esperienza né addestramento e questo è un grave problema.
Dietro queste persone chi c’è? Ci sono le loro famiglie. I genitori, i figli, le mogli. Ieri hanno intervistato al Tg1 una coppia di anziani, residenti in una cittadina vicino Kiev, i loro due figli si erano entrambi arruolati. Alla domanda della giornalista su come avevano reagito alla notizia, sia il papà che la mamma hanno risposto che non avevano potuto impedirlo e che erano orgogliosi dei loro figli. Questo ciò che hanno dischiarato ma possiamo lontanamente immaginare ciò che hanno nel cuore? E le madri, le mogli, i figli che hanno visto partire i loro figli, mariti, papà? Sì, la guerra divide ma non i territori, le nazioni, i confini. La guerra divide le famiglie, porta morte e distruzione. È un attacco diabolico perché chiunque cerca di dividere una famiglia è certamente ispirato dal male. E dobbiamo pregare perché sia da una parte che dall’altra questi uomini tornino ai loro affetti quanto prima.
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