Mi aggiravo ieri sera tardi per il mio giardino in cerca delle rose sfogliate più belle e della mentuccia più verde e profumata. Ho lavato con cura un bacile, ho messo dell’acqua fresca e piano piano sfogliavo le mie rose e i rametti di menta pensando a quando ero piccola e con gli occhi sgranati vedevo questi gesti delle mie nonne e poi di mia madre. Il mio stupore era accompagnato da tante domande. Così loro mi spiegavano che quella notte Gesù tornava in Cielo dal suo Papà ma prima di farlo benediceva i bacili che le famiglie avevano preparato fuori sui loro davanzali con tanto amore.

Il mattino successivo di buon’ora tutti eravamo felici di bagnarci il viso con quell’acqua mista a petali di rosa e menta profumata. La stessa acqua tutta la famiglia: nonni, genitori, quattro figli…e nessuno aveva da ridire nulla sulle norme igieniche. Era un rito sacro. Un rito che ho voluto sempre mantenere vivo anche con mio marito e mio figlio. Un legame tra Cielo e terra.

Parliamo poco di Cielo. Siamo così immersi nelle cose del mondo, nelle preoccupazioni che a tratti soffocano le nostre giornate che spesso dimentichiamo di volgere gli occhi al Cielo, di pensare che la nostra vera patria è lassù. E non educhiamo i nostri figli a farlo. Anzi. Diciamo loro di tenere lo sguardo fisso sugli obiettivi da raggiungere nella scuola, nello sport, nel successo, nelle ambizioni…La solennità dell’Ascensione invece, che anticamente veniva celebrata il giovedì, 40 giorni dopo la Pasqua, ci ricorda proprio questo: è necessario alzare lo sguardo, non perdere di vista l’orizzonte, vivere cercando questi scorci tra Cielo e terra che ci ricordano la nostra identità di figli amati e pensati per l’eternità.

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