Tanto più è profonda la relazione con Dio tanto più si avverte l’urgenza della comunione con i fratelli. Maria oggi lo insegna a noi in questa festa della Visitazione. Dopo aver ricevuto l’annuncio, Ella si alza e va. Chi incontra Dio non resta confinato nella propria immobilità aspettando chissà cosa, l’amore che ci ha amati ci chiede di amare. Maria lo fa in fretta. “In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda” (Lc 1,39).

Perché Maria ha fretta? Cosa la spinge a percorrere la Galilea, la Samaria e parte della Giudea per andare da Elisabetta? Ain Karim, il piccolo villaggio tra le montagne di Giuda si trova a sei chilometri da Gerusalemme. Ricordo durante il viaggio in Terra Santa la salita che portava al luogo dove tradizionalmente si situa l’abitazione di Zaccaria ed Elisabetta. La strada è ripida e ad ogni passo, pensavo a quella giovane fanciulla, al panorama che aveva davanti e ai suoi pensieri. Devono essere stati pensieri dolcissimi misti a trepidazione, un fuoco le ardeva nel cuore, un fuoco che la sospingeva, che le faceva cantare già nel cuore quelle parole che nella casa di Zaccaria sarebbero esplose nel Magnificat.

Maria entra in casa e saluta Elisabetta. C’è immediatamente la comunione di due donne piene di Spirito Santo che si riconoscono e si salutano. Avranno avuto età diverse quasi sicuramente ma c’è una capacità di introspezione, una profondità di fede, un desiderio di vivere all’ombra dell’Altissimo. Un fuoco comune che riscalda e si irradia anche ai due bambini che portano in grembo. La complicità tra le donne quando nasce dalla fede può compiere grandi cose.

Maria, la donna missionaria entra non solo nella casa ma nel cuore di Elisabetta e porta con sé gioia e amore, porta con sé la buona notizia. Maria irradia gioia, non come noi. Spesso comunichiamo solo pesantezza e fatica del cammino di fede. La scoperta della vocazione certamente non toglie le difficoltà. Anche Maria avrà sentito la fatica del viaggio ma la gioia dell’annuncio è più grande di ogni sacrificio. Questa luce Elisabetta la sente attraverso il saluto di Maria. Tanto che bastano quelle parole per essere ricolmata di Spirito. A volte basta annunciare con gioia perché gli altri possano scorgere la presenza di Dio nella nostra vita. La fede è contagiosa e invita alla lode, alla preghiera, all’esultanza. Dovremmo imparare da Maria a non essere avari nel comunicarla.

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